Roverella

Roverella con foliage tardo-autunnale presso Foresta Demaniale Campidano (foto A.Saba)

Albero a portamento arboreo con chioma espansa e globosa, alta, non raggiunge i 20 metri di altezza. Presenta un fusto generalmente diritto, con branche sinuose e rami giovani sottili e pubescenti.
Corteccia di colore bruno-grigiastro, più o meno intenso, rugosa e profondamente solcata.
La roverella è un albero a foglie caduche, semplici, di forma molto variabile, lobato-lanceolata con lobi piuttosto profondi; lunghe 5-15 cm e larghe 3-8 cm, di colore verde brillante la lamina superiore mentre la parte inferiore è pelosetta e più chiara; picciolo breve e peloso.
Il frutto è la caratteristica "ghianda", molto variabile in lunghezza, con cupola pelosa e squame lineari- lanceolate e pericarpio di forma elissoidale, di colore bruno lucido a maturità.

La Roverella è tipica presenza nel paesaggio sardo: ad essa deve perfino il nome il paese di Orroli, dal nome "arroli" [quercia, roverella] di cui anche l'area del basso Flumendosa è ricchissima, con notevoli esemplari secolari (ad esempio, nel parco di Su Motti).

Extra:

Specie a lento accrescimento, forma boschi puri o misti, in consociazione con il leccio e la sughera nelle zone meno elevate;  tasso, agrifoglio, acero trilobo, carpino nero e orniello nelle zone più alte.
I boschi di roverella sono luminosi, sia per le foglie caduche, sia la tendenza a formare boschi radi e perchè le chiome, anch’esse rade, lasciano filtrare la luce.  Questi boschi sono governati tipicamente a fustaia rada, associate alle colture agrarie, o pascoli alberati con esemplari maestosi: diffusamente in Sardegna vegetano esemplari maestosi, veri e propri monumenti naturali e paesaggistici. 
Il legno della roverella è molto duro e pesante, prevalentemente usato da ardere e per carbone; non è adatto per la lavorazione.  Le ghiande costituiscono un ottimo alimento per la fauna selvatica e da allevamento.

Corologia:
Pianta di origine europea comune in tutta Italia. L'areale comprende l'Europa centro-meridionale e orientale, dai Pirenei all'Asia Minore. Nell'Europa meridionale e Sud-orientale la Roverella costituisce uno dei componenti fondamentali dei querceti e dei boschi misti a latifoglie.
Fenologia:
Fiorisce ad aprile-maggio, fruttifica ad ottobre-novembre. La fioritura è contemporanea all’emissione delle nuove foglie. Pianta monoica a fiori unisessuali spesso riuniti in infiorescenze; infiorescenze maschili in amenti penduli lunghi 5 cm circa, colore verde-giallastro; quelle femminili solitarie o a piccoli gruppi terminali.
Habitat:
La roverella è una specie indigena, eliofila, moderatamente termofila, predilige i terreni acidi. Vegeta dai 500 m di altezza fino ai 1200-1400m. In Sardegna rappresenta il limite superiore delle formazioni boschive di latifoglie.
Forma biologica:
Pianta arborea, longeva, caducifolia. Mesonanerofita.
Etimologia:
I ramuli, i peduncoli, i piccioli e le foglie sono pelose, da qui il nome di Quercus "pubescens".
Curiosità:
La roverella produce legname resistente utilizzato soprattutto per travature e costruzioni navali. Le ghiande vengono utilizzate come alimento per i maiali ad allevamento brado. Inoltre, viene utilizzata come esemplare di interesse paesaggistico. In Sardegna gli antichi le consideravano piante sacre, capaci di esercitare un influsso misterioso.
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Scheda
Nome latino:
Quercus pubescens Willd.
Nome sardo:
Kelku, Kre’ u, Kerku, Krèkku, Orroli, Rù(v)ulu, Ròvaru, Roia, Arroli, Arroèle, Arroili, Rùara, Lellkul
Flora:
Divisione:
Classe:
Ordine:
Famiglia:
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