Pianta comune in Sardegna e nell'area mediterrana, amata ed utilizzata anche in cucina, in farmaceutica e in cosmesi. Il rosmarino è ritenuto anche una buona pianta mellifera, è quindi molto sfruttato nell'apicoltura.
La composizione qualitativa dell’olio di rosmarino varia a seconda del substrato.
Arbusto, sempreverde, aromatico, alto sino a due metri, è molto ramificato.
Appartenente alla famiglia delle Labiate.
Fusto legnoso, corteccia grigiastra; foglie piccole, sottili e opposte, con margini piegati verso il basso, la parte superiore color verde scuro e quella inferiore quasi argentea, aromatiche. Fiori irregolari raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro, violetto o rosato, talvolta biancastro. Il frutto è un achenio liscio.
Rosmarino

In cosmesi le lozioni ed i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto ed impediscono la caduta dei capelli, i dentifrici ed i collutori al rosmarino rinforzano le gengive.
Nel '700, per preservare dalla peste le pecore, si consigliava di profumare con rosmarino l'ovile ove esse dormivano.
Una legenda narra che il rosmarino offrì riparo alla vergine Maria durante la fuga dall' Egitto, e poiché vi poggiò sopra il proprio manto, i fiori, originariamente bianchi, divennero azzurri. L'uso del rosmarino nelle usanze popolari e religiose sarde ha origini antiche. Già in periodo romano lo si usava per preparare ghirlande propiziatorie e venivano bruciati rametti in onore di Afrodite e degli Dei che proteggevano la casa.