Resilienza vs resistenza al fuoco
Nel Montiferru, territorio gravemente ferito dal fuoco un anno fa, i tecnici dell'Agenzia Forestas stanno rilevando un fenomeno che fa ben sperare: due adattamenti ecologici in ambiente dove le specie vegetali sono sopravvissute a questo fattore di "disturbo" che appena 12 mesi fa aveva devastato il loro habitat.
Il pino delle Canarie, come la Sughera, è una specie resistente al passaggio del fuoco: uno spesso strato di corteccia a protezione delle gemme avventizie, ha permesso in molti casi la "rinascita" della pianta, a partire da quel che restava del fusto apparentemente carbonizzato.
Altre specie di pini mediterranei (P. halepensis, P.pinea, P.pinaster nigra, ecc.) mostrano strategie di sopravvivenza diverse, che li rendono invece resilienti. Le alte temperature dell'incendio liberano infatti i semi dalle pigne, consentendo una cospicua propagazione che, unita all'apertura della copertura arborea dovuta alla distruzione del fuoco, crea le condizioni per una veloce rinnovazione del bosco. Qualcosa di simile avviene per il leccio, dove la parte ipogea della pianta, salva dal fuoco, permette la rinascita di polloni (germogli) dalle ceneri del tronco distrutto dal fuoco.
Queste risposte (resilienza in particolare) viene messa in crisi dal passaggio ripetuto del fuoco nella stessa superficie. Nel caso dei pini mediterranei, le piante devono arrivare ad un'età idonea per la produzione di semi fertili. Nel caso del leccio l'apparato radicale deve potersi riprendere dallo stress post incendio.
L'irrimediabile cambiamento della comunità vegetale dopo gli incendi
Con il passaggio ripetuto del fuoco, la comunità vegetale cambia purtroppo, comunque, via via la composizione in un dato territorio: spariscono le specie arboree che lasciano spazio a quelle arbustive ed erbacee (ecologicamente definite pioniere) dotate di maggiore facilità di ricrescita/propagazione e di semi resistenti alle alte temperature, come nel caso dei cisti. Per questo, anche dopo molti anni dallo sfregio di un incendio, l'occhio esperto sa riconoscerne gli effetti, osservando la conformazione della bosco e le specie sopravvissute, ma anche la presenza di infinite distese di arbusti ed il terreno arso ed impoverito. Così un territorio, dopo ripetuti incendi, rischia di perdere per sempre la sua capacità rigenerativa, dunque il suo patrimonio boschivo, la sua protezione dal dissesto idro-geologico, la sua capacità di temperare il clima e di regolare localmente l'impatto degli eventi meteo estremi (sia caldo che piogge).
L'insegnamento e l'eredità del fuoco
Dunque, ad un anno di distanza, è questo l'insegnamento che ci offre l'incendio che fra tutti quelli registrati nel 2021 ha più colpito emotivamente l'opinione pubblica, restando nella memoria collettiva come il peggiore: il bosco rinasce, lentamente, ma è sempre più fragile, meno resistente e resiliente di prima; saranno necessarie cure e attenzioni doppie, per evitare il danno peggiore (la perdita definitiva del bosco e di tutti i suo benefici per il territorio e per tutti noi).
Si riparte anche con la cantieristica forestale
I fabbricati di Pabarile, sulle cime di Santulussurgiu nel cantiere Forestas, fu tra le aree maggiormente danneggiate dal fuoco nel 2021. Quelle strutture ora sono in corso di ristrutturazione (quasi terminata) come si può vedere tra le immagini allegate a questo articolo.
A SANTU LUSSURGIU UN CONVEGNO SU BOSCO E ANIMALI SELVATICI
il 23 luglio prossimo a Santulussurgiu si parlerà dell'incendio e della sua devastazione: Montiferru oltre il fuoco, un anno dopo; iniziativa promossa dalla onlus Effetto Palla, in collaborazione con l'Agenzia regionale Forestas.
LA SENTIERISTICA: IL FUTURO SOSTENIBILE del Montiferru
La giornata si concluderà con una passeggiata nei luoghi devastati dal passaggio delle fiamme, dove l'Agenzia Forestas intende realizzare una nuova Rete Escursionistica, che idealmente abbraccerà la terra ferita dal fuoco per un percorso di consapevolezza e rinascita nel segno della sostenibilità ambientale e della valorizzazione del Paesaggio. Sarà l'occasione per presentare l'idea e le tracce provvisiorie dei sentieri allo studio dello sportello del sentiero di Oristano e della Direzione Forestas, che saranno incluse nella proposta di Piano di sviluppo triennale 2022-2025 della Rete Escursionsitica della Sardegna (RES) che Forestas sta predisponendo su indirizzi della Giunta. Lungo il tracciato, nei pressi di Pabarile, si sta realizzando un'installazione simbolicamente utilizzando il legname carbonizzato recuperato dall'incendio, per rappresentare il simbolo del doppio infinito ideato dall'artista di fama mondiale Michelangelo Pistoletto rappresentativo del "Terzo Paradiso" che simboleggia il rispetto della Natura, l'Equilibrio e la sopravvivenza: che poi sono i sentimenti più immediati in chiunque attraversi quel bosco devastato dal fuoco. A futura memoria.