Arbusto o alberello di 5-6 metri molto spinoso e ramificato.
Corteccia liscia color cenere.
Foglie caduche, alterne, profondamente lobate, con tre o cinque lobi dentellati, lunghe 3-6 cm. Picciuolo di 1-3 cm.
Fiori ermafroditi bianchi, numerosissimi in corimbi eretti semplici o composti; 5 petali, stami numerosi e 1 stilo.
Il frutto è una drupa di 6-9 mm., globosa, ovoidea, carnosa, rossa e contiene un unico seme.
Curiosità:
Si può propagare per seme, anche se ha un periodo di dormienza di circa 18 mesi per cui è preferibile riprodurlo per talea o e per polloni radicali.
In Barbagia, come "fattura" si preparava un pupazzo di sughero annerito alla fiamma, il quale veniva trafitto da aculei di biancospino.
A Sadali, per scongiurare il malocchio nei confronti del bestiame, nel recinto adibito alla mungitura, "sa korti", venivano messi tre rami di biacospino.
A Tonara, per evitare la mortalità del bestiame il pastore, aderendo ad una credenza superstiziosa, evitava di portare in casa legna di biancospino.