Il cantiere, nato nel 1956, occupa una superficie complessiva di 164 ettari, di cui circa 70 sono ubicati lungo il litorale di Badesi. I restanti 95 ettari, di recentissima acquisizione, sono invece ubicati nella parte orientale del territorio di Badesi, a 500-600 m di altitudine.
Il cantiere, nato nel 1956, occupa una superficie complessiva di 164 ettari, di cui circa 70 sono ubicati lungo il litorale di Badesi, dalle foci del Coghinas sino alla località "Lu Miroldu", nelle immediate vicinanze dell’Isola Rossa. I restanti 95 ettari, di recentissima acquisizione, sono invece ubicati nella parte orientale del territorio di Badesi, a 500-600 m di altitudine.
Le prime acquisizioni sono avvenute da parte dell’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste di Sassari nel 1956, mediante la procedura dell’occupazione d’urgenza (ex art. 39 RDL 30/12/1923, n. 3267), per la sistemazione delle dune contro il sorrenamento.
Dal 1972 il perimetro forestale passa alla diretta gestione del nuovo Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Tempio.
Sino a questo momento l’attività in cantiere era stata discontinua: un congruo numero di operai veniva impiegato a termine per l’esecuzione dei lavori più significativi, quali le opere di consolidamento della duna, mentre le relative manutenzioni venivano assicurate periodicamente da personale assunto all’occorrenza.
Sino al 1979 il personale a tempo indeterminato non superava le tre unità; a partire da questa data, con l’assunzione di 12 unità e la costituzione di un piccolo vivaio, l’attività in cantiere è divenuta continuativa. Dal 1982 il vivaio si è specializzato nella produzione di Ginepro coccolone e fenicio, a prioritario servizio del perimetro forestale, e gli interventi sul litorale hanno assunto carattere di continuità secondo una programmazione razionale. Tra il 1987 ed il 1992 il personale a tempo indeterminato ha raggiunto le 32 unità.
Il secondo corpo del cantiere è stato acquisito nel 1998 per l’esecuzione di opere sistematorie ai fini idrogeologici, con l’occupazione di 51 ettari di terreno di proprietà del comune di Badesi, e di ulteriori 45 ha di proprietà privata, nel 1999. Sono queste le uniche acquisizioni del perimetro per cui esistono atti di sottomissione. Infatti per quanto riguarda il corpo del cantiere inerente il litorale, le acquisizioni debbono intendersi come occupazioni di fatto, dal momento che non esistono atti di sottomissione firmati dai proprietari né vengono liquidate indennità di occupazione agli stessi.
Per quanto riguarda il litorale, i primi interventi in cantiere hanno riguardato “l’ingabbiamento” della duna con fascine di cisto disposte a riquadri, nel cui interno veniva effettuata la semina diretta di pino domestico. La mancanza di una fascia di protezione dai venti e dall’aerosol marini ha impedito l’affermazione della pineta sulla duna.
Attualmente l’azione di contenimento si realizza su differenti fasce che, dalla battigia verso l’interno, vengono sistemate con i seguenti interventi:
- costruzione di barriere anti sorrenamento, mediante una struttura in legno e filo di ferro su cui vengono sistemate fascine di Cisto opportunamente preparate. Hanno sviluppo lineare, parallelo alla linea di costa, e altezza di 1,5 metri. Hanno la funzione di favorire l’accumulo della sabbia creando una barriera protettiva alle fasce più interne.
- impianto di Ginepro (coccolone e fenicio) con postime prodotto nel vivaio del cantiere. Si riproduce la zona delle macchie a Ginepro con sclerofille a pulvino, tipiche delle dune stabilizzate in condizioni naturali o subnaturali.
- miglioramento boschivo delle formazioni a macchia spontaneamente insediatesi nella fascia retrostante il rimboschimento a Ginepro.
Il secondo corpo del cantiere è ubicato tra i 450 e i 600 m slm. Dal fondo valle, risalendo il crinale, si riscontrano le seguenti formazioni forestali:
- spessina di Pino marittimo (90%) e Pino radiato (10 %): si tratta di un rimboschimento di circa 10 anni di età su ha 10 di superficie;
- giovane impianto di Leccio, di 10 anni, su circa 20 ettari;
- 35 ha circa di macchia evoluta a Corbezzolo, Erica e Fillirea, con presenza diffusa di rinnovazione di Leccio;
- 30 ha circa di bassa macchia a Cisto nei terreni più degradati e scoscesi