Descrizione generale
Confinante con la Foresta Demaniale Montarbu lungo la linea segnata dal Rio Goppulu fino al Flumendosa, il cantiere ha una superficie di circa 2270 ettari, in un terreno di proprietà del Comune di Seui dato in concessione trentennale all’ex-Ente Foreste della Sardegna nel 1991.
Il suo territorio mostra vasti segni d'erosione dovuti alla presenza di scarsa vegetazione, all'intenso ed irrazionale pascolamento, ai ripetuti incendi e alla morfologia stessa del territorio, spesso accidentato e dalle forti pendenze.
La quota più alta del cantiere è rappresentata dal Bruncu Arzalei (1209 mslm) mentre la più bassa è sul fiume Flumendosa (m. 505 circa).
Dal punto di vista morfologico, il territorio risulta essere la prosecuzione di un altopiano, anche se non mancano valli e pendii che degradano verso il Flumendosa.
Da segnalare il nuraghe Ardasai, che, pur non trovandosi nel perimetro del cantiere, è facilmente raggiungibile dalla località Genna Medau.
Aspetti vegetazionali
La scarsa copertura forestale del terreno, l'intenso ed irrazionale pascolamento, i ripetuti incendi, la morfologia spesso accidentata e le forti pendenze, hanno reso ormai evidenti gli effetti erosivi delle acque meteoriche che spesso sono di forte intensità fino ad arrivare nelle peggiori condizioni alla messa a nudo della matrice rocciosa. Tali fenomeni di erosione si possono osservare soprattutto in alcune aree a forte pendenza mentre risultano, nonostante la sola presenza di una scarsa copertura arbustiva, più attenuati nelle aree di migliore giacitura.
Date queste condizioni dal momento della concessione stipulata nel 1991 gli interventi principali sono stati quelli di rimboschimento principalmente con leccio e roverella. Data l’importante presenza delle attività pastorali nella zona sono stati realizzati, nelle aree maggiormente vocate, pascoli arborati con l’impiego di castagno, ciliegio e cedro dell’atlante. Nelle zone difficilmente raggiungibili e impervie prevale ancora la macchia di degradazione con una forte presenza dell’erica. Le lecceta occupa invece la zona nord del perimetro e presenta una fisionomia a ceduo risalente ai tagli per la produzione del carbone vegetale che interessarono la zona fino alla metà degli anni sessanta.
Gli interventi selvicolturali maggiormente eseguiti oggi sono quindi quelli di cure colturali alle ampie superfici rimboschite negli ultimi vent’anni.