Foresta storica del demanio ed oggi una delle più estese, Montimannu offre al visitatore paesaggi mozzafiato, straordinari monumenti naturali, siti di archeologia nuragica ed industriale, un'ineguagliata varietà di paesaggi e le cascate più imponenti della Sardegna. Oltre ad un ambiente naturale dove il muflone ed il cervo sono di casa.
Superficie: 4600 ettari. Telefono: 070 932185
Il nucleo originario della foresta demaniale di Montimannu venne costituito nel 1914 con l'esproprio di 1536 ettari di terreni nell’alto bacino imbrifero del rio Leni, per i quali il governo aveva richiesto l’esecuzione di lavori di sistemazione idraulico-forestale che né il Comune di Villacidro, né i privati interessati, avevano eseguito.
Attorno al 1960 vennero poi acquistati altri 1600 ettari fra Tuviois, Matzanni (isola amministrativa di Iglesias) e Pranu olioni (Domusnovas); infine, più di recente, 400 ettari di pineta in comune di Vallermosa ereditati dalla S.A.F. Con l’accorpamento di Magusu, affidato all’Ente Foreste nel 2006, l’estensione della foresta demaniale ha raggiunto i 4600 ettari caratterizzati da un continuum con i compendi forestali di Linas, Perd’e Pibera e Marganai.
Il territorio di questa foresta si trova nel cuore del complesso montano costituito dai rilievi montuosi del Monte Linas e del Marganai (raggiungibile attraverso la valle di Oridda) e si estende a cavallo delle provincie del Medio Campidano e di Iglesias. La morfologia è varia ed accidentata, caratterizzata da un aspetto tra i più selvaggi ed affascinanti della Sardegna ed offre ai numerosi visitatori paesaggi mozzafiato e monumenti naturali costituiti da canaloni, pietraie, guglie, pareti e numerose cascate fra le vette ed i boschi di fondovalle.
Valore paesaggistico
Enorme l’importanza paesaggistica dell’area. A partire dal nucleo centrale, il complesso forestale si sviluppa come una stella a tre punte, ad est verso le colline del Campidano di Villacidro, a sudovest in direzione della piana del Cixerri e a nordovest fin sotto le vette del Monte Linas.
Dalla corona esterna dei crinali si può godere di un panorama che spazia verso gran parte della Sardegna centro-meridionale: in senso orario la vista giunge fino al Gennargentu, al Serpeddì, ai Settefratelli, al golfo e alla città di Cagliari, e prosegue verso i monti del Sulcis fino all’isola di San Pietro.
Le valli interne offrono uno spettacolo stupefacente con forti pendenze e imponenti pareti granitiche a dominio di profondi intagli e fitti boschi, salendo, in poco spazio, da 200 metri sul livello del mare a 1136 metri della cima più alta di Monte Acqua Zinnigas.
Da vedere
All’interno del perimetro della foresta si trovano ambienti profondamente diversi: dalle aree degradate a causa di devastanti incendi del passato - dove tuttavia l’opera di rimboschimento e l’azione della natura hanno permesso una ricostituzione del manto vegetale -, si passa a zone particolarmente rigogliose come la zona di Magusu che offre suggestive pareti granitiche e bellissime porzioni di lecceta.
La vasta reste di vecchie mulattiere e sentieri creati da pastori e carbonai sono oggi utilizzati dagli escursioni, o dagli operai forestali durante i lavori di rimboschimento e non è raro trovare disseminati un po’ ovunque nel bosco i resti di vecchi caprili, di capanne, di vecchie abitazioni di pastori e boscaioli e di aie carbonili ancora intatte.
La presenza umana è attestata anche dai resti della miniera di Canale Serci aperta nel quarzo di Cucurdoni Mannu per estrarre lo stagno e chiusa definitivamente nel 1946; gli edifici minerari, oggetto di un accurato restauro, ospitano oggi la sede del Complesso Forestale Monte Lianas.
Il giacimento, unico nel panorama sardo, era senz’altro conosciuto e sfruttato già in epoca nuragica dalle popolazioni locali che utilizzavano la cassiterite per produrre il bronzo, come dimostrano le rudimentali gallerie rinvenute nel 1873 durante l’apertura moderna del sito minerario. Sul versante opposto, la presenza dell’uomo in epoca nuragica è testimoniata dal sito archeologico di Matzanni dove sono presenti i resti di tre pozzi sacri, di un nuraghe e di un villaggio con dodici capanne; all’epoca punica risalgono invece i resti di un tempio realizzato in pietra calcare bianca.
L’area della foresta demaniale è attraversata da numerosi sentieri C.A.I. segnalati su molte guide di trekking ed alpinismo e si presta a molteplici attività ricreative e sportive come il trekking, escursionismo in mountain bike e passeggiate a cavallo. Proprio grazie a tale rete di sentieri, ogni anno nel territorio di Montimannu vengono organizzate gare di mountain bike e di triathlon dove gli specialisti della disciplina, locali e non, si sfidano nelle acque del lago e sulle piste presenti nel territorio.
Ai piedi del Monte Acqua Piccinna sono presenti una colonia montana oggi adibita a punto di ristoro e in cui è possibile pernottare, e la vecchia caserma del Corpo Forestale che è stata recentemente ristrutturata.
Il Vivaio
In località Campu Isca la foresta ospita un vivaio che fin dagli anni ’50 ha prodotto il materiale per i rimboschimenti effettuati nel territorio della foresta. Attualmente vengono prodotte diverse specie officinalis, quali Tymus herba-barona, Salviadesoleana, Lavanda stoechas, Origanum majorana, e specie della macchia meditteranea quali il Mirtus comunis, Arbutus unedo, Ilex aquifolium, Acer monspessulanum, oltre al Quecus ilex, Quercus suber, e diverse specie di Pinus ssp..