La presenza dell’aspro ed esteso complesso di Monte Lerno, culminante a 1093 m s.l.m e le massime elevazioni della dorsale contigua (Punta Balestrieri, Punta Selvapinta, Colzu Caddinu si elevano tutte oltre i 900 s.l.m) caratterizza una buona parte dell’area dando al paesaggio una conformazione tipicamente montana.
BOSCHI DEMANIALI, INCENDI, SUGHERETE
I boschi natuali all’interno del perimetro demaniale non sono molto estesi in quanto diversi incendi in vari periodi hanno percorso buona parte della superficie.
Il bosco naturale di leccio si conserva discretamente in località Sos Littos.
Le sugherete migliori all’interno del perimetro demaniale sono poste in località Trataxis dove sia la produzione che la qualità del sughero sono ritenute ottime.
INFORMAZIONI GENERALI SULLA GESTIONE
Superficie: 2902,4 ha così ripartito:
- 2552,6 ettari in concessione dalla R.A.S. per 99 anni
- 349,8 ettari in concessione dal Comune di Pattada
Perchè visitarlo, cosa vedere, come arrivarci
La natura offre momenti indimenticabili sulle rive del sottostante lago Lerno: nel compendio si possono praticare escursioni a piedi o a cavallo, tra lecci, roverelle, querce da sughero, tassi, agrifogli, ginepri, corbezzoli e mirto. Tra l'impenetrabile vegetazione e i suoi pittoreschi laghetti artificiali - dove il silenzio e la quiete regnano sovrane - è ancora possibile scorgere cervi, mufloni, cinghiali, asinelli e cavalli allo stato brado, una discreta varietà di rettili e il merlo acquatico.
Per gli appassionati di fotografia naturalistica questo luogo è un autentico paradiso, sulla vetta (1094 mt) si possono ancora incontrare l'aquila reale e il germano reale che qui hanno trovato il loro habitat naturale.
I colori della vegetazione, i paesaggi montani, la presenza del Cervo nonché la presenza di ampi spazi in cui è possibile trascorre una giornata all'aperto sono dei buoni motivi per invitare il turista a visitare la foresta.
La foresta si raggiunge principalmente attraverso la S.P. 128 bis Ozieri-Pattada e la SS 389 Pattada-Budduso.
Tel/fax: 079 755835
Aspetti climatici:
Il clima è di tipo semi continentale, con inverno umido ad alto surplus idrico. Periodo freddo superiore ai 4 mesi; media minima del mese più freddo inferiore a 3° circa; media dei minimi annui intorno a 4°-5°C; aridità estiva inferiore a 3 mesi con moderato deficit idrico; media del mese più caldo inferiore a 24°C; per cui la parte del territorio preso in esame rientra, riguardo alla classificazione fitoclimatica del Pavari nel Lauretum sottozona fredda. Le precipitazioni nevose, poco frequenti, ricoprono con abbondanza soprattutto nelle quote più alte, ma permangono nel terreno pochi giorni. La piovosità è molto elevata nei mesi continentali e talvolta risulta di forte intensità.
Aspetti vegetazionali:
Il quadro generale della vegetazione risulta complesso, in quanto gli interventi sul territorio sono stati molteplici e svariati fino a costituire quell’assetto a mosaico che si presenta attualmente a chi osserva. Dalla composizione floristica attuale della vegetazione di questa zona si denota che è un bosco in rievoluzione o appena rievoluto, in quanto conserva molti elementi della macchi alta (fillirea, corbezzolo, etc.)
In tutta l’area sono ben rappresentate le sugherete con abbondante sottobosco dominato da citiso, erica e corbezzolo.
In altre zone dove l’incendio si è ripetuto più volte sia i suoli che la vegetazione appaiono molto degradati. In questi casi la macchia si presenta nei suoi vari stadi evolutivi e dove la conservazione del suolo ne ha consentito un veloce sviluppo i versanti sono coperti di una macchia a corbezzolo ben compatta che porterà, nel tempo, senza grossi interventi forestali, al bosco. In altri casi il suolo è molto degradato e dilavato con rocciosità affiorante elevata sostiene una macchia bassa a cisti che dirada fino ad assumere un aspetto di gariga.
Nelle zone di cresta è presente una vegetazione meno appariscente in quanto rifugiata tra gli anfratti, ma di grande valore fitogeografico. Sono presenti infatti alcuni endemismi tipici delle aree cacuminali della Sardegna alcuni a larga diffusione, altre molto rare.
Sempre in queste aree, o frammiste nei lembi di bosco meglio conservati, sono presenti elementi relitti quali agrifoglio, tasso, acero minore.
La scelta delle specie è stata fatta valutando le caratteristiche stazionali, prediligendo essenze autoctone quali leccio e sughera consociate a conifere quali cedro e pino marittimo che garantiscono l’ombreggiamento necessario soprattutto al leccio che in fase giovanile è una specie sciafila.
Altre specie utilizzate nei rimboschimenti in stazioni sono la roverella, il castagno, l’agrifoglio e il tasso.