Albero deciduo, alto fino a 30 metri, con chioma espansa, globosa ed irregolare, dal fogliame verde lucido.
Il fusto diritto, ramificato nella parte medio-alta. La corteccia brunastra con sfumature grigiastre, dapprima liscia successivamente rugosa. Foglie semplici lunghe 10-20 cm., alterne, brevemente picciolate, oblunghe-lanceolate, fortemente seghettate e apice appuntito, con nervature evidenti sulla pagina inferiore.
Le foglie hanno un color verde intenso e lucido, mentre sono più chiare nella pagina inferiore.
I fiori riuniti in infiorescenze sono unisessuali, piccoli e poco appariscenti. Le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe di color giallo-verdastro; quelle femminili riunite in gruppi di 1-4 alla base degli amenti maschili, raccolti da un unico involucro.
Il frutto, avvolto da un involucro spinoso (riccio) è rappresentato da una noce detta castagna, lucida e di colore bruno; l'involucro a maturità si apre e fa cadere il frutto.
Il Castagno in Sardegna
Non abbiamo elementi certi della data di importazione del castagno in Sardegna: certamente non è riconosciuto il suo indigenato, e nelle statistiche dei sardo-piemontesi ai tempi del regno di Sardegna si registravano boschi di castagno in tre regioni geografiche sarde (Barbagia, Mandrolisai e Ogliastra). Anche nella carta forestale del Regno d'Italia del 1936 il castagno veniva cartografato in diverse zone, tra le quali Arzitzo, Tonara, Belvì. Toponimi con radice "castan" o "castagn" sono diffusi in tutto il territorio regionale.