Il cantiere iniziò la sua attività nel 1974 su superfici particolarmente degradate dopo gli incendi che sconvolsero la zona verso la fine degli anni '60. Si può ammirare dalle sue cime una suggestiva visione del mare e delle Bocche di Bonifacio.
Il cantiere si distende a cavallo fra il comune di Aggius (per due terzi della superficie) e il comune di Aglientu con il Rio Vignola che lo divide in due parti. La distanza dai centri abitati dei due comuni è di 18 chilometri circa.
La vegetazione dominante è quella tipica mediterranea.
La parte alta, che raggiunge quota 600 metri, offre alla vista un panorama suggestivo che spazia ampio nel mare fino alla Corsica. All'interno del bosco di leccio, sughera, corbezzolo e fillirea si possono ancora rintracciare i resti delle piazzole dove veniva preparato il legno per il carbone e le capanne in muratura che servivano come rifugio.
Il cantiere iniziò la sua attività nel 1974 con le prime occupazioni (circa 360 ettari) di terreni di proprietà privata nell’agro di Aggius; si trattava di superfici degradate, percorse dal fuoco verso la fine degli anni ’60.
Solo dal 1976 venne formalizzata, con la sottoscrizione di atti di sottomissione, l’occupazione dei terreni ex R.D.L. 30/12/1923, n.3267.
I lavori dei primi anni hanno riguardato la realizzazione e il ripristino dei muri a secco perimetrali, l’apertura delle fasce parafuoco e delle piste di servizio e la preparazione del terreno per i nuovi impianti di rimboschimento. Già nei primi sei anni di attività fu realizzato il rimboschimento del 50% della superficie complessiva del perimetro.
Nei primi anni '80 si procedette alll’impianto di postime di pino nero laricio e querce (roverella, leccio e sughera) in consociazione. Tentativi di rimboschimento con l’utilizzo di varie specie esotiche (acero americano, quercia rossa e abeti mediterranei) non hanno avuto esito positivo.
Nel 1983 quasi tutta la superficie del cantiere è stata percorsa da incendio, con gravi ripercussioni sulla totalità dei lavori eseguiti. Un solo lembo del perimetro, costituito da bosco adulto misto di latifoglie di origine naturale, venne risparmiato dal fuoco. Lo stesso è stato restituito ai proprietari nel 1996.