Dopo il loro recente trasferimento in Sardegna, sei aquile del Bonelli (due femmine e quattro maschi) nate nello stesso anno (2021) si trovano attualmente nella voliera di pre-ambientamento in sito protetto da Forestas, presso il Parco regionale di Tepilora.
È questo il luogo in cui questi preziosi rapaci saranno definitivamente liberati alla fine di luglio nell'ambito del progetto Aquila A-Life con il coordinamento italiano di ISPRA e la collaborazione del Grefa (Spagna).
Come sta andando?
La notizia relativa alla morte di alcune Aquile di Bonelli rilasciate in Sardegna dal 2018, ha suscitato un largo interesse: i ricercatori ISPRA hanno dato alcune spiegazioni, che qui riassumiamo:
- Gran parte delle aquile non sopravvissute dopo la liberazione erano in dispersione post-natale; durante questa fase, molti degli animali liberati hanno sorvolato tutta la Sardegna, piccole isole incluse, mostrando una grande capacità di adattamento e di orientamento, essendo tornate in diversi casi nelle aree “favorite” anche dopo esplorazioni di lungo raggio (ad esempio, una visita in Corsica); in questa fase della loro vita, ogni linea elettrica rappresenta un pericolo, se non è in sicurezza.
- Le folgorazioni da linea elettrica hanno riguardato 5 individui su 20 liberati e sono avvenute fra un minimo di 49 km ed un massimo di 133 km (in linea d’aria) dal sito di rilascio. Gli incidenti sono avvenuti da un minimo di tre a un massimo di 20 mesi dal giorno del rilascio. Non si tratta quindi di un fenomeno che interessa giovani inesperti subito dopo la liberazione, ma di un fenomeno imprevedibile (le aree di folgorazione sono state sempre diverse) benché tutti gli animali siano stati liberati nel medesimo sito e abbiano esplorato l’intera isola e spesso le stesse zone da un anno all’altro.
- Il rischio di elettrocuzione è stato attentamente valutato nella fase preparatoria della reintroduzione in Sardegna e rappresenta una delle azioni prioritarie del progetto LIFE, che è dedicato espressamente non solo al rafforzamento della popolazione dell’Aquila di Bonelli nel Mediterraneo occidentale, ma proprio alla messa in sicurezza delle linee elettriche per evitare l'elettrocuzione;
[ SUL TEMA DELLE ELETTROCUZIONI, LEGGERE ANCHE IL NOSTRO APPROFONDIMENTO: Linee Elettriche e avifauna: convivenza possibile? ] - Dall’inizio del progetto, grazie alla disponibilità e all’interesse di e-distribuzione, sono stati messi in sicurezza 14 sostegni fra tre e cinque km dal sito di rilascio delle aquile, inclusi due sezionatori ad aria, sostegni particolarmente pericolosi. La Sardegna è, fra le regioni italiane, quella meno elettrificata, soprattutto meno della Sicilia, dove è presente l’unica popolazione vitale di Aquila di Bonelli in Italia, attualmente in forte incremento. L’incidenza della mortalità da elettrocuzione in Sicilia (circa 50 coppie territoriali, monitorate costantemente grazie al Progetto Life Conrasi, è la più bassa tra quelle riscontrate nel Mediterraneo occidentale. Non ci sono ancora spiegazioni per questo risultato, che lascia tuttavia supporre che la Sardegna abbia ottime potenzialità e che sia estremamente favorevole per questa specie.
- I risultati ad oggi ottenuti del progetto Aquila a-Life in Sardegna, per i dati disponibili, mostrano che la sopravvivenza post rilascio (50% circa) è in linea con quanto emerso dal precedente Life Bonelli, realizzato in Spagna e ora concluso. L’esperienza acquisita nel precedente LIFE ha permesso di avviare rapidamente e con grande consapevolezza la reintroduzione in Sardegna, utilizzando best practice consolidate.
- Resta il fatto che ogni perdita è difficile da accettare, soprattutto quando di origine antropica: il progetto Aquila a-LIFE ha contribuito a portare alla luce il fenomeno dell’elettrocuzione in tutta la sua gravità: i trasmettitori GPS hanno permesso di conoscere il destino degli animali rilasciati, di calcolarne la mortalità: ma quanti individui di altre specie muoiono per la stessa causa e rimangono ignoti
- Esistono normative che impongono la messa in sicurezza delle linee elettriche? No, le direttive europee e le norme nazionali di recepimento impongono attente valutazioni e l’adozione di sistemi di prevenzione, ove necessario, solo per i nuovi impianti. Le linee esistenti, pur pericolose per l’avifauna (per le conoscenze oggi disponibili) sono a norma. Come si può affrontare allora questa problematica? Le soluzioni percorribili da un punto di vista tecnico non mancano. Le linee a cavo nudo (bassa tensione e più frequentemente media tensione) possono essere messe in sicurezza con diverse modalità: l’interramento, la sostituzione con cavi unificati isolati o l’apposizione di sistemi di protezione, con costi molto differenti.
- Il coordinatore del progetto Aquila a-Life, l’Associazione spagnola Grefa, è molto attivo su questa problematica e sul sito del progetto è possibile trovare ampia documentazione, incluso un corso on line ed il “libro blanco” sull’elettrocuzione in Spagna - un testo che esamina la problematica in Spagna e le possibili soluzioni, senza tralasciare gli aspetti normativi.
- Che cosa si può fare per contrastare questo fenomeno? Innanzitutto, incrementare la disponibilità dei dati sull’impatto, segnalando sempre eventuali esemplari rinvenuti morti sotto o in prossimità di sostegni di media tensione. Poi, iniziare un processo di messa in sicurezza delle linee elettriche più pericolose reperendo i fondi necessari per l’attuazione delle misure.
- Attualmente, ISPRA sta analizzando i dati aggiornati degli eventi di elettrocuzione pervenuti ai Centri Regionali di Recupero Animali Selvatici, grazie alla collaborazione di Forestas e del CFVA che, unitamente all’analisi degli spostamenti delle aquile di Bonelli rilasciate, consentiranno di definire e mantenere aggiornato il quadro di rischio e procedere all’identificazione dei sostegni da correggere e alla prioritarizzazione degli interventi, a fronte della disponibilità di fondi.