Piccolo albero alto 6 - 10 metri, con chioma larga ed espansa, generalmente bassa, ovoidale e globasa, con rami eretti o eretto-patenti.
La corteccia è grigio-cenerina, liscia da giovane e poi rugosa e solcata longitudinalmente. Rametti fini, glabri con lenticelle evidenti.
Pianta a foglia caduca, semplice, trilobata ( 3-8 cm.) con picciolo di uguale lunghezza, glabre, a margine intero o leggermente lobato, coriacee, verde scuro nella pagina superiore, opache in quella inferiore.
Gemme piccole, rosso brune leggermente divergenti dal ramo. Fiori riuniti in corimbi terminali di colore giallastro. Frutto disamara ad ali non molto divergenti lunghe 2 -3 cm.
Coloratissimo in autunno: dove è presente si scorge il suo foliage rosso che spicca nel bosco. Un buon esempio di questi colori è il bosco di Montarbu, dove esemplari di questa pianta sono diffusi.
Corologia:
Originario dell’Europa centro-meridionale, dell’Asia occidentale; presente anche in alcuni areali mediterranei nord africani. In Italia è presente sul versante meridionale delle Alpi, Liguria, Sicilia, Sardegna e Corsica, Italia centrale, manca in Piemonte e Padania. In Sardegna è distribuito prevalentemente nella catena del Marghine e sul Gennargentu, meno frequente nell’Iglesiente.
Curiosità:
Il legno duro e resistente adatta per piccoli lavori al tornio e intaglio, veniva utilizzato per la costruzione di utensili inseriti su parti meccaniche soggette a frequenti movimenti. Il legno dell'acero è anche un eccellente combustibile molto simile al faggio, benchè bruci un po' in fretta. L'acero è utilizzato a scopo ornamentale nelle siepi o nei giardini poiché con il mutare delle stagioni le sue foglie subiscono una variazione cromatica molto evidente dal giallo intenso al rosso. Ha una modesta importanza forestale per il suo lento e limitato sviluppo. A Dorgali le fronde venivano fornite in pascolo agli animali nei periodi dell'anno di scarsa disponibilità di cibo, soprattutto quello autunnale.