Nibbio reale

Nibbio Reale (foto di Gianluca Doa)

Una delle specie di rapaci minacciate di estinzione in Sardegna.

Nidificante, attualmente, solo nell'area nord dell'Isola: dal Goceano alla Nurra, passando per il Marghine-Planargia.

Grande quanto una piccola aquila, il suo aspetto è caratteristico per la coda biforcuta, che costituisce il tratto distintivo per l'identificazione in volo, anche rispetto al nibbio bruno (suo parente stretto).

Il suo bel piumaggio è connotato da una dominante rossiccia.

Il volo è agile, veloce e leggero.

Extra

Il Nibbio è un frequentatore assiduo dei carnai utilizzati per l'alimentazione dei grifoni e degli altri necrofaci, dove è molto frequente e semplice incontrarlo ed osservarne le caratteristiche.
Ha un'indole "da ladruncolo": grazie alla sua alta velocità di volo riesce a volte ad approfittare della distrazione di altri predatori, sottraendogli la preda!
 

Origine zoogeografica:
Europea
Areale di distribuzione:
Il Nibbio reale si trova in quasi tutta l’Europa centro-meridionale. In Sardegna la specie è presente come stazionaria e nidificante in alcune località nord-occidentali (Marghine-Planargia). Compare regolarmente durante i passi migratori primaverili e autunnali. Pur non esistendo dati bibliografici sufficientemente attendibili, il Nibbio reale come tutti i rapaci necrofagi ha subito lo stesso declino degli uccelli necrofaci nell'Isola (es: grifone, avvoltoio monaco...) per via dell'utilizzo diffuso dei veleni per il controllo delle volpi (bocconi avvelenati) oltre alla caccia diretta. A causa dell’areale particolarmente circoscritto e del numero esiguo di coppie riproduttive (15-20 stimate) la specie risulta attualmente "seriamente minacciata".
Identificazione:
Il Nibbio reale è facilmente riconoscibile per la colorazione rossiccia del piumaggio, con il centro delle penne nerastro ed il bordo fulvo. Corpo e parte anteriore dell’ala marron scuri tendenti al rossiccio. Apici alari neri. Spesso è visibile una fascia chiara a livello delle copritrici alari. La coda castana relativamente lunga e forcuta con punte nere. Inferiormente la colorazione tende più al castano-rossiccio. Le zampe e i tarsi sono gialli; becco nero con cera gialla; iride variabile dal giallo al bruno. L’apertura alare può arrivare fino a 195 cm ma spesso si attesta attorno ai 170 cm, per una lunghezza di 60 cm e peso intorno a 1,2 kg. I giovani si differenziano per la testa più rossastra con strie biancastre attorno al collo e la colorazione più pallida della livrea In volteggio le ali sono tenute leggermente in avanti rispetto al corpo. I battiti alari sono profondi ma più lenti di quelli della poiana.
Habitat:
Predilige ambienti temperati e mediterranei, con zone collinari, vallate boscose, talvolta terreni bassi e in aperta campagna caratterizzati dalla presenza di alberi sparsi. La differenza sostanziale rispetto al Nibbio bruno è legata al fatto che quest'ultimo è prevalentemente migratore. Si nutre essenzialmente di piccoli mammiferi, carogne, uccelli di piccole dimensioni, e taalvolta preda anche rane e pesci. Nel periodo post-riproduttivo tende a formare gruppi consistenti. La caccia avviene anche in luoghi lontani dal nido.
Riproduzione:
Generalmente la riproduzione avviene nel mese di aprile. Nidifica sugli alberi, sulle pareti rocciose, talvolta utilizzando vecchi nidi abbandonati dalle cornacchie. Il nido viene anche costruito dalla femmina che depone tipicamente 2-3 uova, durante l’incubazione delle quali è il maschio che provvede alla ricerca di cibo ed al nutrimento della compagna.
Status di conservazione:
Specie minacciata a livello regionale e vulnerabile a livello nazionale.
Fattori di minaccia:
Depredazione dei nidi, bracconaggio, uso di esche avvelenate, disturbo antropico sono le principali minacce alla presenza ed alla sopravvivenza della specie.
Grado di protezione:
Convenzione di Berna, All. III; DIR. CEE 409/79, All. I; L.R.23/98.
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Scheda
Nome latino:
Milvus milvus
Nome sardo:
Astore Runchininu, tirolia, tzirrulia
Classe:
Ordine:
Famiglia:
Fauna:
Approfondimenti

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