Nibbio bruno

Nibbio Bruno

Tra i rapaci più diffusi, il Nibbio bruno è un rapace di dimensioni medio grandi ed è una delle specie più longeve (oltre 20 anni).

Facilmente distinguibile dal "cugino" Nibbio reale (che ha l'esclusiva caratteristica della coda biforcuta) il Nibbio bruno ha il ventre marrone e striato scuro.

L’ala, a punta scura, è prevalentemente bianca, come testa e coda, tendenti a tonalità grigie.

 Osservabile anche in stormi di oltre 20 individui; preferisce utilizzare vecchi nidi abbandonati, adattandoli alle proprie esigenze con piccoli interventi.

Extra

Il nido è collocato su alberi d'alto fusto, sia latifoglie che conifere, ad oltre 10 metri dal suolo.

Origine zoogeografica:
Paleartico-paleotropicale-australasiana
Areale di distribuzione:
Migratore. La sottospecie nominale nidifica nell’Africa Nord-Occidentale, Europa continentale, Medio Oriente e Repubbliche Sovietiche. Le popolazioni Europee svernano per lo più a Sud del Sahara; nelle regioni calde è stazionario. In Sardegna compare regolarmente durante i passi primaverile (marzo-maggio) ed autunnale (agosto-settembre). Non si hanno prove di nidificazione.
Identificazione:
Apertura alare 175-195 cm. Corpo snello, ali lunghe e moderatamente larghe. La coda lunga identificazione in volo, tenendo presente che la forma biforcuta è invece caratteristica distintiva del solo Nibbio reale. Sessi simili. Testa e nuca chiare spiccano sulle parti superiori complessivamente castano-rossicce con il centro delle penne nerastro ed il bordo fulvo. Corpo e parte anteriore dell’ala marron scuri tendenti al rossiccio; remiganti scure con una macchia pallida sulle primarie. Apici alari neri. Spesso è visibile una fascia chiara a livello delle copritrici alari. Coda rossastra a punte scure. Inferiormente la colorazione tende maggiormente al castano-rossiccio. Le copritrici mediane e minori presentano ampie strie vessillari nere conferendo al petto e all’addome un aspetto caratteristico decisamente striato su fondo a tinta rossiccio. Quasi inesistente il contrasto tra la colorazione del corpo e delle copritrici sottoalari. Appare subito evidente invece la macchia chiara a livello delle remiganti primarie in netto contrasto con gli apici neri delle stesse e con l’angolo dell’ala (zona carpale) pure scuro. La colorazione della coda appare più grigiastra rispetto alla parte superiore e sono più evidenti le punte nere. Becco nero con cera gialla. Zampe e tarsi gialli. Iride variabile dal giallo al bruno. Volo agile e leggero.
Habitat:
Predilige ambienti temperati e mediterranei, con zone collinari, vallate boscose, talvolta terreni bassi e in aperta campagna con alberi sparsi. Si nutre di piccoli mammiferi, carogne, uccelli di piccole dimensioni, rane e pesci. Con il Nibbio Reale divide le abitudini spazzine e necrofaghe: è facile poterlo osservare negli immondezzai o presso animali morti.
Riproduzione:
La deposizione delle uova avviene in aprile-maggio in numero di 2-3 (1-4). La femmina viene alimentata dal maschio durante l'incubazione delle uova nelle prime tre settimane successive alla schiusa.
Status di conservazione:
Raro a livello regionale e nazionale, non minacciato a livello europeo e mondiale.
Fattori di minaccia:
Uno dei fattori di minaccia per la specie è dovuto alle sue abitudini alimentari necrofaghe, che lo rendono vulnerabile ai veleni e alle contaminazioni da accumulo di pesticidi (Spierenburg et al., 1990). Fenomeni di mortalità ittica conseguenti a gravi casi di inquinamento delle acque possono aver favorito la specie a livello locale (Bijleveld, 1974), ma sono ancora poco noti gli effetti negativi derivanti dall'accumulo degli agenti inquinanti. Tra le altre cause di diminuzione vanno ricordate la persecuzione diretta come bracconaggio (Chiavetta, 1977) e la morte per impatto contro i cavi dell'alta tensione (Ferrer et al., 1991).
Grado di protezione:
Convenzione di Berna, All. III; DIR. CEE 409/79, All. I; L.R.23/98.
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Scheda
Nome latino:
Milvus migrans
Nome sardo:
Non esiste nome proprio
Classe:
Ordine:
Famiglia:
Fauna:
Approfondimenti

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