Sugherete e macchia mediterranea caratterizzano questo cantiere attraversato dall'omonimo fiume.
Il cantiere di Salauna, nome del fiume che passa all'interno del cantiere, è composto da due corpi, Sgambaru e la Ramiga.
L'altitudine dei due corpi varia dai 200 ai 500 m. s.l.m..
STORIA ED INFORMAZIONI GENERALI
Il cantiere forestale venne aperto nel 1974 in seguito all’acquisizione di circa 660 ettari di proprietà privata nelle località San Giorgio e La Rancica. Nel 1979 cominciarono i lavori di rimboschimento nelle aree del cantiere percorse dagli incendi negli anni ’60, e ricoperte da macchia bassa o gariga. La lavorazione del terreno veniva effettuata manualmente, con apertura di buche, piazzuole o gradoncini e messa a dimora di postime a radice nuda (sughera, leccio, orniello, pinastro, cipresso piramidale, cipresso dell’Arizona).
Le piantine provenivano in parte dal Vivaio Forestale Fundu di Monti, in parte da un vivaietto volante di circa 4000 mq realizzato intorno al 1980, che raggiunse una produttività di 60.000 piante/anno.
Alla fine degli anni ottanta e fino al 1994 vennero realizzati circa 40 ettari di impianti misti. A cavallo del 1990 buona parte degli impianti, fino ad allora realizzati con successo, circa 80 ettari, furono gravemente compromessi da una improvvisa e massiccia presenza di fauna selvatica (cinghiali). Negli anni successivi, nonostante il perdurare della presenza degli ungulati, si continuò a risarcire le fallanze e a reimpiantare il bosco, con lavorazione manuale del terreno e messa a dimora di piantine in fitocella di sughera, leccio e pinastro in rapporto di 4:1:1.
Tra il 1993 e il 1995 il perimetro subì alcune variazioni dovute da un lato all’occupazione temporanea di 125 ettari di terreno nelle località Sgambaru e La Rancica, dall’altro alla riconsegna di oltre 340 ettari di terreno ormai ricostituito e rinsaldato in località San Giorgio.
Un altro episodio che segnò la storia del cantiere fu l’alluvione verificatasi nel dicembre del 1998, in seguito all’esondazione del fiume Salauna, che provocò danni ingenti agli impianti e alle infrastrutture del cantiere.