Monte Pisanu

Monte Pisanu

La Foresta Demaniale Monte Pisanu è un possedimento demaniale dal 1886. Al suo interno si possono ammirare tassi plurisecolari, rari endemismi, boschi di roverella e formazioni miste di leccio e sughera.

Il paesaggio vegetale è dominato dalla Roverella che si spinge fino alle quote più elevate, oltre i 1000 metri. Qui, le querce hanno un portamento cespuglioso e sono intercalate da piccole praterie montane. Alle quote più basse la roverella si associa alla sughera e/o al leccio. Nei cedui di roverella in cui erano stati a suo tempo impiantati il cedro dell’atlante e il pino nero sono iniziati da alcuni anni gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale con l’eliminazione parziale o totale delle conifere. Nel versante Est del Monte Rasu (1.259 m.s.l.m.) coesistono formazioni di Roverella ed Acero minore; la presenza di queste caducifoglie caratterizza, con il cambiamento della colorazione delle foglie, il paesaggio del periodo autunnale.
La Sughera prevale nella fascia compresa fra i 700-900 metri, spesso consociata con roverella e/o leccio; da segnalare in località Pedra Ruias una sughera monumentale.
In località Sos Nibberos un biotopo di tassi millenari è stato dichiarato, monumento naturale con decreto n. 24 del 29 gennaio 1994 dall’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna.
Presso la casa forestale si trova il Centro Servizi di supporto all’educazione ambientale e alla visita della foresta, dove è possibile trovare tutte le informazioni relative ai luoghi: sono infatti disponibili per la consultazione, le carte topografiche I.G.M. al 25.000 e una bibliografia essenziale.

Aspetti storici

Ben rappresentate sono le aree rimboschite già dai primi del novecento. I primi rimboschimenti sono stati fatti col Castagno.
Successivamente vennero utilizzate nelle parcelle sperimentali, altre specie esotiche, quali: il pino nero laricio, il pino domestico, il pino d’Aleppo, il pino marittimo, il cipresso sempreverde, il cipresso arizonica, il cipresso glabra, il cipresso macrocarpa, il calocedro, il cedro atlantico, il cedro deodara, che oggi costituiscono popolamenti adulti.
Questi impianti, anche se hanno dato prova di buona adattabilità, manifestano molta difficoltà nel rinnovarsi naturalmente, anche in zone chiuse al pascolo, ad eccezione del Cedrus atlantica che presenta un’abbondante rinnovazione.

Cosa vedere

- Il Centro Servizi della foresta demaniale, che è caratterizzato dalla presenza della xiloteca sulle essenze arboree ed arbustive della Sardegna, sia spontanee che esotiche; si può apprezzare anche un escursus fotografico nella storia forestale del Goceano. Alcuni quadri e due album fotografici illustrano le vecchie caserme, i lavori forestali e le produzioni, quando ancora operava il Corpo Forestale dello Stato Italiano;
- nella zona circostante la casa forestale è stato recentemente realizzato un parco avventura ed una buona rete di sentieri da escursionismo ben segnalati e dotati di cartografia;
- il vicino sentiero di S.Francesco nei dintorni della tenuta Giannasi e del monte Rasu offre la possibilità di ammirare un paesaggio unico e suggestivo nello scenario offerto dal percorso storico-religioso omonimo;
- la sughera secolare, albero monumentale nella vicina località Pedras Rujas;
- non può mancare infine una visita al monumento naturale rappresentato dal vicino bosco dei tassi secolari di Sos Nibberos

Comuni: Bono e Bottida
Superficie: 2210,4 ha così ripartiti:
- 2044,0 ha concessione dalla RAS per 99 anni di cui:
    - 1579,8 ha in comune di Bono
    - 464,2 ha in comune di Bottidda
-166,4 ha occupazione temporanea, in comune di Bono
Comunità montana: n. 7  

Telefono/fax : 079 790240
Email: pf.montepisanu@forestas.it

Inquadramento geografico:
Si possono osservare terreni di origine vulcanica e depositi clastici a debole cementazione, permeabili nelle zone molto fratturate ed in genere negli strati superficiali, poco permeabili laddove la roccia e rimasta salda e compatta. I suoli derivati da scisti cristallini sono presenti un pò ovunque nel territorio, risultano poveri di scheletro, di sostanze argilliformi e di calcio, ma ricchi di potassa e con un discreto contenuto di anidride fosforica.
Aspetti climatici:
Il clima di questa zona è nettamente bistagionale, con un periodo autunno-inverno abbastanza piovoso e una stagione primavera-estate quasi completamente asciutta. Di conseguenza si verificano periodi di siccità con ovvi riflessi sulla vegetazione. L'aridità estiva è molto spesso aggravata dalla notevole ventosità che a volte è presente su diverse parti del territorio. Piuttosto bassa è la frequenza e la persistenza delle precipitazioni nevose. Per avere un termine di confronto, conviene ricordare che nelle zone montane della Sardegna centrale le frequenze medie annue non superano i 5-10 giorni. Numerosi sono invece i giorni con brina sia in autunno che in primavera. Poco frequenti sono i temporali che di solito si verificano durante l'estate. I mesi più freddi sono gennaio, febbraio e dicembre, mentre quelli più caldi sono luglio e agosto.
Aspetti vegetazionali:
Il paesaggio vegetale è dominato dalla Roverella che si spinge fino alle quote più alte (oltre i 1000 metri). A quote inferiori si associano anche Sughera e Leccio. I tagli, gli incendi ripetuti ed il pascolo successivo e continuato hanno portato alla condizione attuale, caratterizzata da una forte densità di polloni. I forti venti del quadrante Nord limitano lo sviluppo di questi cedui. L’unico versante che fu interessato in minima parte dai tagli e risparmiato dagli incendi è il versante Est di Monte Rasu. In questa località si conserva un’interessante formazione mista di roverella e Acero minore con esemplari sparsi di Agrifoglio. In particolare in località Iscurtis troviamo una vegetazione poco antropizzata a causa del forte pendio del versante, dell’abbondante rocciosità e della mancanza di strade di accesso. Il versante risulta particolarmente fresco, come indica l’abbondanza di felci (Pteridium aquilinum L., Poliystichum setiferum, Dryopteris pallida, Asplenium trichomanes L.) e la forte presenza di licheni sulle parti aeree delle piante. Tale ambiente trattiene l’umidità atmosferica, che tende ad abbassare le temperature mantenendole entro valori relativamente bassi anche nei mesi più caldi. L’introduzione delle conifere è stata realizzata su varie superfici di discreta fertilità: le specie maggiormente impiegate sono state sinora il Pino nero laricio ed il Cedro atlantico. La Sughera prevale nella fascia compresa tra i 700-900 metri, a diverse esposizioni, in formazioni quasi sempre consociate ad altre specie. La copertura è molto variabile e in certe zone, anche per la rocciosità abbondante, più che fustaia si può definire pascolo arborato. Anche se contribuisce in minima parte alla formazione del paesaggio vegetale, è necessario fare cenno alla presenza di un biotopo di tasso in formazione pura e talvolta misto all’agrifoglio di recente decretato monumento naturale presso Sos Nibberos: questo bosco è costituito quasi interamente da esemplari secolari di Tasso che raggiungono diametri prossimi al metro ed altezze superiori ai 10 metri. Ove al tasso si affianca l'agrifoglio, il bosco è più aperto con rovi, Cisto, varie felci, Biancospino, Sambuco ed edera. In prossimità del ruscello che attraversa l’area del Tasso è presente una flora con specie tipiche della vegetazione riparia; le più comuni sono: Osmunda regalis L., Pteridium aquilinum L., Hypericum hircinum L., Nasturtium offinalis B. Br., Oenanthe crocata L., Mentha suaveolens Ehrh, e Veronica anagallis-aquatica L. La vegetazione arborea manca invece nella zona cacuminale di Monte Rasu. Questa superficie, poco estesa, con roccia affiorante, è ricoperta da timo erba-barona, da elicriso e da cisto.
Aspetti faunistici:
Le foreste del Goceano sono popolate da numerose specie animali. Tra i rettili si segnala la presenza dell'algiroide nano (Algyroides fitzingeri) meglio conosciuto in sardo come Taràntula, del tarantolino (Phyllodactylus europaeus), della natrice viperina (Natrix natrix), della tartaruga di Hermann (Testudo hermanni), della testuggine palustre (Emys orbicularis) e della luscengola (Chalcides chalcides). Tra gli anfibi si riscontra la presenza del discoglosso sardo (Discoglossus sardus), e della raganella sarda (Hyla sarda). I mammiferi sono rappresentati da cinghiale (Sus scrofa), volpe (Vulpes vulpes) donnola (Mustela nivalis), lepre (Lepus capensis) quercino (Eliomys quercinus) e riccio (Erinaceus europeus). Le distese boscate e rocciose sono adatte inoltre per la vita dell’astore (Accipiter gentilis arrigonii), dello sparviero (Accipiter nisus), della poiana (Buteo buteo), del gheppio (Falco tinnunculus), del falco pellegrino (Falco peregrinus) e del corvo imperiale (Corvus corax). Molti animali sono ormai scomparsi dall’area. I grossi mammiferi e i grossi rapaci, che popolavano le foreste del Goceano in epoche recenti, sono oramai estinti: il daino (in sardo chiamato su crabolu) il cervo (su chervu) ed il muflone (su murone).
Come si raggiunge:
Per chi arriva da Cagliari lungo la Carlo Felice è possibile dirigersi a Bono uscendo dalla S.S. 131 in corrispondenza del bivio per Nuoro e Macomer, oppure proseguire sino al bivio per Bonorva, e da qui dirigersi a Bono seguendo le indicazioni stradali. Per chi arriva da Sassari è consigliabile lasciare la S.S. 131 in corrispondenza del bivio per Thiesi-Torralba. Si accede alla foresta dalle strade provinciali Ittireddu–Bono e Bono–Foresta Burgos che la attraversano per tutta la sua lunghezza: dal centro di Bono sono presenti apposite indicazioni stradali.
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