Monte Limbara Sud

vallata Limbara Sud

Un paesaggio suggestivo, caratterizzato dai graniti che originano una morfologia accidentata e molto movimentata: grandi massi che sembrano essere in equilibrio precario, bizzarre forme di erosione, cavità e grotte più o meno ampie "allargate" a volte dall’uomo per poterle usare come ricovero per sè e gli animali. Le stesse cime rocciose su cui ancora volteggiano l’aquila reale e la più rara aquila del Bonelli, gli stessi fitti boschi dove si nascondono nelle cavità dei tronchi il gatto selvatico e la martora. Boschi un tempo abitati anche da cervi e daini, poi estinti a causa dell’uomo, che torneranno liberi su questi monti grazie all’uomo.
All’interno della foresta, a Littu Siccu, si trovano ancora tracce di antichi insediamenti umani (come gli stazzi nelle località Pedru Fadda e Fighizzola.

Superficie: 3605 ha
Telefono uffici: 079.704917 

Attività culturali e ricreative ed escursionismo

La foresta rientra all’interno del circuito lnforesta: un sistema di educazione ambientale che ha scopo prioritario di articolare l’attività di informazione, divulgazione, sensibilizzazione ed Educazione Ambientale, assicurando strutture stabili, personale qualificato, e proposte didattiche basate sulla possibilità di acquisire "esperienza" direttamente in campo.
Un altro progetto in corso è la realizzazione dell'Arboreto Mediterraneo del Limbara: un giardino botanico di alberi ed arbusti con le sue rappresentazioni evolutive ecologiche e geografiche ed il suo edificio, interessante struttura di architettura moderna articolata in tre volumi realizzati con setti in cemento armato rivestiti in granito e collegati da una struttura metallica in acciaio inox.
Storia, musica e natura convivono negli ambienti granitici del Limbara: un richiamo ad accostarsi alla natura con discrezione e voglia di vedere “oltre”: è cosi che il Limbara è diventato il cuore di diverse manifestazioni culturali. Ci si può incontrare nell’ecomuseo di Arte e Natura di Semida, nel bel mezzo del bosco lungo un sentiero attraverso corbezzoli secolari, ed a metà estate, tra queste rocce e questi boschi si fa musica con Time in jazz nel celeberrimo concerto all'alba.
Nella primavera è possibile inoltre ammirare le numerose specie colorate che popolano il Giardino delle Farfalle.

Aspetti climatici:
La stazione termopluviometrica più vicina alla zona in è quella di Valliciola, posta ad un'altitudine di circa 1.000 m.s.l.m.. Sono mediamente 105 i giorni piovosi. La temperatura media annua è di 10,3° C, quella del mese più freddo inferiore a 3° C e quella del mese più caldo inferiore a 20° C. L'escursione termica annua è sui 16,8° C. e perciò si tratta di un clima sub-umido di tipo mediterraneo.
Aspetti geopedologici:
Il substrato geologico è costituito da graniti che danno origine a una morfologia accidentata e suggestiva dal punto di vista paesaggistico: infatti l'azione erosiva degli agenti atmosferici modella le forme in tafoni, acrocori etc. Nelle situazioni meno evolute con affioramenti di roccia nuda il suolo è limitato a piccole aree nelle quali è garantita una certa copertura vegetale, questi si presentano poco profondi e ricchi di scheletro. Nelle aree dove la vegetazione ha esercitato una maggiore protezione ed assume un maggiore sviluppo i suoli si presentano più evoluti anche se lontani da una situazione di maturità. Nelle aree dove si è conservato il bosco di leccio si riscontrano suoli più evoluti è più profondi.
Aspetti vegetazionali:
La macchia più evoluta, a erica e corbezzolo, ricopre la maggior parte della foresta ma, dove i suoli sono più profondi, la lecceta riprende il sopravvento. Nei valloni più freschi e riparati, al leccio si accompagnano l’orniello e qualche elemento di agrifoglio. Nei versanti più soleggiati e caldi, invece, ritroviamo ancora i segni delle trasformazioni compiute dall’uomo: i boschi di sughera hanno sostituito l’originaria lecceta e ormai, anche per gli interventi di ricostituzione boschive e per i rimboschimenti, la sughera si sta affermando come specie dominante. Le diverse formazioni dipendono dalle vicende del passato e dalla variabilità delle condizioni climatiche e pedologiche: si tratta in generale di vegetazione determinata dai frequenti incendi e dal pascolo caprino continuativo. Attualmente l'assenza di questi due fattori determina un processo di ricostituzione naturale in cui la macchia è rappresentata in tutti gli stadi evolutivi. Dove i suoli sono più evoluti e l'esposizione favorevole sono presenti dei lembi di sughereta matura Altre formazione di significativo interesse sono quelle del pioppo tremulo (a Monte Longheddu) e di pino marittimo del Limbara (località Carracana).
Come si raggiunge:
Raggiungere il paese di Berchidda percorrendo la S.S. 597 Sassari-Olbia oppure la S.P 62. L'ingresso alla foresta demaniale dista circa 3 km dal centro abitato: dalla centrale piazza del popolo seguire le indicazioni per l'Ufficio Forestale (vecchia denominazione dell'attuale complesso forestale di gestione Ente Foreste) fino alla bacheca che indica l'ingresso sud della foresta ove è presente un punto informazioni. La velocità all'interno delle piste forestali, quando aperte al traffico veicolare, non deve superare i 20 km orari.
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