La foresta demaniale di Alase con una superficie di circa 1565 ettari ricade interamente in agro del Comune di Aritzo. Altimetricamente il Complesso forestale parte da una quota di m. 418 della zona del Flumendosa agli 1459 metri di P.ta Funtana cungiada.
Alase
”Ella amava sedersi su questo muricciolo, davanti e dietro il quale fra due frangie di giunchi e gli sfondi verdi del bosco chiazzati dell'azzurro del cielo, si torceva un serpente d'acqua verdognola. I merli, gli usignoli e le gazze vi davano concerto.” (Tratto da: "Il flauto nel bosco", di Grazia Deledda).
Inquadramento geografico:
Superficie: 1565 ettari
Aspetti climatici:
Per definire in maniera significativa il clima della Foresta Demaniale di Alase si sono considerate le stazioni termopluviometriche di “C.ra Cossatzu” e pluviometriche di “Ortuabis F.C.” e Tonara.
Il clima può essere definito di tipo semicontinentale, con inverno umido, ad elevato surplus idrico, ed estate asciutta con moderato deficit idrico.
Aspetti fitoclimatici:
Dal punto di vista fitoclimatico, il territorio rientra nel Lauretum II tipo- Sottozona media e fredda, con variazioni locali verso il Castanetum caldo, nelle località a quota più elevata.
Aspetti geopedologici:
L’erosione del suolo è un fenomeno assai diffuso, favorito dalla pendenza dei versanti e dalla azione dilavante delle precipitazioni meteoriche piuttosto intense nel periodo autunno-invernale, nonché dalla modesta copertura forestale e arbustiva, costituendo pertanto uno dei problemi più importanti e difficili da risolvere in considerazione dello stato di degradazione del suolo. La notevole inclinazione dei pendii, l’intensità delle precipitazioni e cause storiche quali il disboscamento e gli incendi ricorrenti, in concomitanza con lo sfruttamento a pascolo secondo criteri di utilizzazione irrazionale, hanno portato alla rarefazione progressiva della copertura arborea ed alla successiva quasi integrale scomparsa del bosco, per cui il territorio è stato mortificato anche sotto l’aspetto delle capacità di ripresa della vegetazione spontanea. Tali cause hanno avviato un processo di dissesto idrogeologico che si manifesta in misura notevole ed apprezzabile anche visivamente, sottoforma di erosione diffusa e localizzata, ruscellamento e naturalmente lisciviazione dei sali solubili. In particolari condizioni stazionali tale fenomeno porta fino alle condizioni estreme dell’affioramento della roccia madre. A partire dall’anno 1979, al fine di arginare questo fenomeno, sono stati avviati i primi interventi di rimboschimento, ricostituzione boschiva e di sistemazione idraulica del terreno per favorire l’opera di ripristino ambientale.
Aspetti vegetazionali:
Il paesaggio vegetale è senza dubbio assai alterato dalla continua e pressante azione dell’uomo e presenta preoccupanti fenomeni di degradazione, pur conservando qua e là, lembi di vegetazione forestale pregressa. Allo stato attuale la vegetazione presente può riferirsi ai seguenti tipi: macchia bassa di degradazione; arbusti prostrati; lembi di boschi di querce mediterranee con leccio, sughera e roverella; pascoli con alberatura sparsa; vegetazione riparia costituita da ontano nero e salici. La vegetazione attuale è ben lontana dalla fisionomia della vegetazione naturale che risulta notevolmente impoverita nella sua composizione flogistica, nella struttura e nella densità.
Il territorio è caratterizzato dalle foreste montane di Quercus Ilex e Quercus pubenscens, con elementi a Quercus-Tilia-Acere Laurocerasus.
Nelle zone cacuminali il climax è invece costituito da arbusti prostrati, con flora steppica mediterraneo-montana. Nelle aree più elevate o dove le attività umane sono state più intense sono presenti formazioni a gariga a prevalenza di Cistus spp., Elichrysum italicum, Thimus spp., Teucrium spp., ect. associate con specie tipiche delle quote più alte come Juniperus nana, Genista corsica, Euphorbia spinosa, Prunus prostrata. Questa formazione vegetale, se nelle zone più alte è frutto delle difficili condizioni climatiche (elevata ventosità, terreni rocciosi e superficiali, basse temperature), nella maggior parte del territorio rappresenta il risultato degli incendi, del sovrapascolamento e delle irrazionali utilizzazioni del soprassuolo. La presenza di un carico di bestiame domestico tuttora elevato rende impossibile l’evoluzione in senso forestale di queste formazioni.