Corbezzolo

Corbrezzoli: foglie verdi, fiori bianchi, frutti rossi (foto C.Mascia)

Il corbezzolo viene chiamato anche albatro o, poeticamente, arbuto, è un albero da frutto sempreverde. Per l'esattezza é un arbusto sempreverde, molto ramificato, con foglie sclerofilliche (cioè dure, coriacee, sempreverdi) tipico della macchia mediterranea. Spesso, in condizioni climatiche favorevoli, assume portamento arboreo raggiungendo anche 10 metri di altezza.

Nel parco di Gutturumannu, ma anche a Settefratelli, sul Linas-Marganai, sul Limbara e in numerose altre aree forestali della Sardegna, esistono interi boschi di corbezzolo, con portamento arboreo e netta prevalenza su altre specie: ed è spettacolare passarci "sotto" tra le fronde cariche di fiori e frutti colorati...

Caratteristiche della pianta

La corteccia ha una colorazione bruno-rossastra e si stacca in sottili scaglie. La disposizione dei rami è sparsa sul fusto. La colorazione nei giovani rami è ocraceo-rossastra.

Le foglie persistenti e coriacee, semplici alterne, con il margine dentato, brevemente picciolate, sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide nella parte superiore e verde chiaro inferiormente, a volte riunite in verticilli. Sulle nervature è presente una colorazione rossastra.

Si tratta di una pianta con fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze terminali a pannocchia con asse pendulo. I fiori in numero di 15-30, sono bianchi e campanulati, formati da un piccolo calice, larghi 5-10 millimetri. Talvolta i fiori possono assumere nette sfumature rosate, che in alcune zone d'Europa (specie in Francia) sono considerate varietà di pregio definite "rose-lily": piante con fiori rosati, dalla crescita contenuta e compatta, selezionate ed apprezzate sia per il gusto del frutto che per l'aspetto, con un’abbondante produzione di frutti molto dolci dalla colorazione rossastra.

Il frutto (corbezzolo) è una bacca globosa e carnosa, di colore rosso (verde inizialmente e rosso scuro a completa maturazione) con superficie granulosa; matura nell'anno successivo, alla fine dell'estate ed in autunno/inverno. Il frutto è edule e saporito: tuttavia - come suggerito anche dal nome latino (unum edo: ne mangio uno solo) - è prudente un consumo in quantità moderate poichè il corbezzolo contiene una sostanza azotata (alcaloide, leggermente tossico per l'organismo, in grandi quantità) che in alcune persone particolarmente sensibili può causare "inconvenienti intestinali" (di solito non gravi).

"Ode al corbezzolo" di Giovanni Pascoli

La bellezza del corbezzolo, tra le tante simbologie, venne considerata anche simbolo dell'Italia ottocentesca, durante il Risorgimento: il poeta Giovanni Pascoli gli dedicò l'ode al corbezzolo  vedendo nei colori dell'alberello una prefigurazione della bandiera italiana: il rosso dei frutti, il bianco dei fiori, il verde vivo delle foglie... 
Nell’ode “Al corbezzolo” il Pascoli riprende la vicenda di Pallante, figlio di Evandro, alleato di Enea nella guerra contro Turno, re dei Rutuli. Enea è destinato, con la sua stirpe, a essere fondatore dell’Italia, e nell’ode di Pascoli, il giovinetto Pallante, ucciso in combattimento da Turno, è il primo eroe caduto per l’Italia. Nell’ Eneide (XI, vv. 64-65) si legge infatti che il feretro di Pallante fu intrecciato con ramoscelli di corbezzolo e rami di quercia. Il Pascoli, grande classicista, ma anche appassionato conoscitore di alberi e arbusti, vide nel nel corbezzolo (o albatro) il presagio del tricolore: perchè tra tra le foglie verdi, spuntano ancora i fiori bianchi quando già le bacche sono rosse.

Extra:

Una pianta, tanti simboli: Virgilio nell'Eneide racconta di eroi morti in battaglia - le cui spoglie venivano adagiate su rami di corbezzolo in segno di rispetto.  La pianta di corbezzolo venne considerata anche simbolo dell'Italia ottocentesca, durante il Risorgimento: Giovanni Pascoli gli dedicò un'ode (ode Al corbezzolo) vedendo nei colori di un alberello di corbezzolo cresciuto sul Palatinouna prefigurazione della bandiera italiana:  il rosso dei frutti, il bianco dei fiori, il verde delle foglie coesistono in questa splendida pianta sempreverde.
In alcune campagne di comunicazione, la "bellezza vegetale" di questa pianta che contemporaneamente fiorisce e fruttifica, è stata associata anche alla lotta contro le violenze sulla donna.

Corologia:
Pianta originaria dell’Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo, il suo areale si estende sulle coste atlantiche fino all’Irlanda.
Fenologia:
Fiorisce in autunno-inverno (settembre-dicembre) e fruttifica da agosto a novembre dell’anno successivo, si presenta quindi contemporaneamente con i fiori ed i frutti.
Habitat:
Il corbezzolo è spontaneo quasi lungo tutta la fascia costiera della penisola, e nelle isole maggiori e minori in consociazione con altre specie caratteristiche della macchia mediterranea, in particolare al Leccio. È una pianta che ben si adatta a molti tipi di substrato, con preferenza per i suoli sciolti e sub-acidi. Generalmente lo ritroviamo ad un’ altitudine compresa tra 0-500 metri s.l.m, talvolta può spingersi fino ai 1200 metri. Mal sopporta le gelate intense e prolungate. È una pianta con una spiccata capacità di reazione agli incendi, in grado di emettere vigorosi polloni che le consentono di reagire velocemente.
Forma biologica:
Micro e mesofanerofita.
Curiosità:
Del corbezzolo si utilizzano le foglie, le radici e i frutti. La fronda recisa con i frutti immaturi viene utilizzata per decorazioni ornamentali. Il legno è adatto per la lavorazione al tornio e per essere levigato. In Sardegna è particolarmente conosciuto per la produzione del tipico miele amaro dalle proprietà antisettiche e utilizzato spesso nella cura delle affezioni bronchiali. Inoltre, la sua trasformazione consente l’ottenimento di buonissime marmellate.
Allegati: 
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Scheda
Nome latino:
Arbutus unedo L.
Nome sardo:
Lidone, lioni, alidoni, aridoni, ghilidone, obioni, olioni, mela lidone (melulidone)
Flora:
Divisione:
Classe:
Ordine:
Famiglia:
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