Il carrubo è un albero longevo, dalla crescita lenta, conosciuto sin dall’antichità.
Difficilmente supera l’altezza di 10 metri. Si tratta di un albero dal portamento anche maestoso, sempreverde con chioma espansa, fitta e tondeggiante.
Tronco massiccio con ramificazioni che si originano vicino alla base. La corteccia è liscia, grigiastra, marrone scuro. Le foglie sono coriacee, alterne, composte da un numero pari di foglioline (paripennate) raggruppate in 3-6 paia, a lamina ellittica e margine intero, lunghe 3-6 cm e larghe 2-4 cm con un breve picciolo; lunghe verde-scuro e lucide nella pagina superiore, verde-azzurro in quella inferiore. Il margine fogliare è intero con nervature penninervie.
Il carrubo è una pianta poligamo-dioica e i fiori, in prevalenza unisessuali, possono trovarsi sulla stessa pianta o su piante diverse, oppure possono esservi fiori bisessuali e maschili sulla stessa pianta. I fiori sono molto piccoli e di colore prima rossastri poi giallo-verdastri (privi di corolla, calice peloso caduco), sono riuniti in grappoli cilindrici eretti all’ascella delle foglie, nascenti sui rami degli anni precedenti; quelli maschili con 5 stami, quelli femminili con uno stimma sessile. Il frutto è costituito da un legume tormentoso, schiacciato e leggermente incurvato, pendulo, di 10-20 × 2-3 cm., coriaceo, di colore bruno, solitario o in gruppi numerosi.
Carrubo

Le carrube sono usate in alimentazione, sia umana che (soprattutto) animale.
Dai semi si produce una farina usata come additivo (addensante o gelificante, noto anche come E410, farina di semi di carrube): ha notevole capacità di assorbire acqua (oltre 50 volte il suo peso).
La polpa cruda delle carrube ha un sapore dolciastro, pastoso e zuccherina, e la farina di polpa si usa per sostituire il cacao (nella produzione di dolci e gelati) in quanto è priva di sostanze eccitanti come la caffeina e la teobromina ed è consigliabile in caso di allergia o ipersensibilità a tali sostanze. Interessante è anche la produzione di miele e l'uso di estratti per la cura della raucedine.
I semi del carrubo vengono anche chiamati carati: dal nome greco delle carrube (kerátion) deriva il “carato” (unità di misura per la massa di materiali preziosi); questo uso storico dei semi di carrubo è legato alla loro sorprendente uniformità in peso: ognuno pesa esattamente 1/5 di grammo e sin dall'antichità li ha resi i contrappesi ideali per le bilance utilizzate per pesare l'oro e oggetti di valore.
Le carrube sono anche note come pane di S.Giovanni o fagioli di locusta.