Il Cantiere forestale di Genna Argiolas-Minderrì si trova lungo la Via dell'Argento, un complesso di piste che collegano otto miniere argentifere, tra cui quella di particolare interesse storico-naturalistico di Masaloni. L'Agenzia gestisce nel cantiere i lavori di sistemazione idraulico-forestali iniziati nel 2001 dall'EFS.
Nel Cantiere forestale sono stati realizzati diversi lavori, il più importante è il rimboschimento di latifoglie ( leccio ) che ha interessato una superficie di 400 ettari circa. Altre opere di notevole interesse sono quelle di sistemazione idraulico-forestali dei versanti soggetti a movimenti franosi. Queste opere consistono principalmente nella realizzazione di strutture di contenimento denominate graticciate, che sono state realizzate con legno di castagno sistemato in senso trasversale alla frana, in cui sono state impiantate delle essenze mediterranee (corbezzolo, mirto), che garantirà una maggiore stabilità al pendio anche in epoche successive.
Aspetti storici
Il Cantiere forestale Minderrì si trova lungo la via dell’Argento che è un complesso di piste che si snodano nelle gole, del rio Ollastu, rio Brabaisu e del rio Minderrì, colleganti le otto miniere argentifere di Bacu Arrodas, Giuanni Bonu, Monte Narba, Serra S'Ilixi, Tuviois, Masaloni, Nicola Secci, Pred'Arba. Di particolare interesse è la miniera di Masaloni che fu chiesta in esplorazione nel 1873 da alcuni ricercatori di San Vito. Costoro cinque anni più tardi ne cedettero i diritti a G. Vargiolu e soci che iniziarono alcune gallerie nella parte alta del versante orientale di Bacu Masaloni mettendo in luce il filone argentifero. Nel 1881 la Società di Lanusei acquistò i permessi proseguendo i lavori iniziati dal Vargiolu, ed ottenendo già da quello stesso anno una buona produzione. La dichiarazione di scoperta fu rilasciata nei primi mesi del 1888 mentre la concessione l'anno seguente. I lavori cominciarono a quota 400 m. s.l.m. e furono subito collegati a Giuanni Bonu tramite una carrareccia. Attraverso la lunga galleria di carreggio, i carri a buoi potevano scaricare il minerale nel piazzale principale di Monte Narba. La vena mineralizzata veniva così coltivata per un'altezza di un centinaio di metri. Negli anni di maggiore attività vi lavoravano dai 70 agli 80 operai, tra interni ed esterni, compresi i ragazzi e le donne addetti alla cernita. Dopo il fallimento della Società di Lanusei ed il suo acquisto da parte della Società di Malfidano, la miniera seguì le sorti di quelle del gruppo di Monte Narba col trasferimento alle varie società che effettuarono numerose e inconcludenti ricerche. Oggi la miniera è totalmente abbandonata. Nel 1988 iniziarono i lavori di forestazione da Parte del Comune di San Vito che durarono sino al 1991.
Nel 2001 nel territorio del cantiere Forestale di Genna Argiolas iniziarono i lavori di sistemazione idraulico-forestali gestiti dall’ex-Ente Foreste, in seguito nel 2005 vennero accorpati altri 1200 ettari nel territorio di Minderrì.
Sentieri
Nel Cantiere forestale di Genna Argiolas esistono numerosi sentieri per escursionisti. Questi percorsi si sviluppano su sentieri e strade a contatto con la natura incontaminata e si snodano tra boschi e torrenti. In queste valli sono stati creati alcuni " percorsi circolari " ben segnalati, che hanno la lunghezza complessiva di 8 km circa con suggestivi percorsi. Sono in fase di realizzazione delle aree attrezzate con panchine e tavoli per consentire una pausa per gradevoli pic-nic.
Itinerari possibili
Primo Itinerario: Al 49,200 km della vecchia S.S. 125 Orientale Sarda, una strada in sterrato s’inoltra verso nord. Prendetela e seguitela per circa tre chilometri. La carrareccia si avvicina sempre più al torrente che forma la valle di Fassoni, fino a corrergli di lato; ad un certo punto incontrerete un incrocio a V. Un punto di riferimento può essere anche il nuraghe Perdu Lodde che sorge ben visibile sulla sinistra sopra un cocuzzolo. Prendete la carrareccia sulla destra, costeggiate un caprile e continuate a salire per un altro chilometro abbondante, arrivate nei pressi di un cancello che delimita il cantiere forestale, proseguite per la strada e arrivate alla casa forestale in Località Masaloni.
Secondo itinerario: Il secondo itinerario è nettamente più lungo e difficoltoso del primo. Partite dall'entrata meridionale di San Vito, all'altezza del ponte sul Flumini Uri, seguite la strada che passa nella parte meridionale del paese, e che segue a ritroso il corso del torrente. Dopo circa 700 metri svoltate a sinistra. Seguite la carrareccia che risale per circa tre chilometri il corso del torrente. La strada attraversa il torrente all'altezza del cuile Gironimo. Da qui inizia lo sterrato che immediatamente comincia a salire con decisione. Dopo questo primo strappo lo sterrato prosegue con una leggera pendenza a mezza costa tra il torrente e le creste granitiche che corrono da Rocca su Casteddu a Punta S'Olioni. Superato Arcu Battesarra la strada scende notevolmente verso la piccola miniera di Sa Scala S’Acca o Su Casteddu, situata in una zona di confine tra scisti e porfidi grigi. Si risale poi verso il torrente baccu Su Latti Cottu, e quindi verso l'altipiano del Cantiere forestale di Minderrì. La strada arriva ad un cancello in Località Sa Mandara (m. 337 s.l.m.) che delimita il Cantiere Forestale di Genna Argiolas. All’ interno del cantiere all'altezza di Bruncu su Tuvaraxiu lo sterrato s’inoltra in un folto lecceto. Aggirata la bassa cima la strada continua a salire con leggera pendenza verso est sino ad un cancello in Località Arcu 'e Mauru (m. 563 s.l.m.). Da qui, lo sterrato scende ripido e con stretti tornanti e dopo circa tre Km arrivate alla casa forestale in Località Masaloni. La zona di Masaloni è interessante dal punto di vista archeologico industriale e mineralogistico, in quanto sono presenti alcune miniere, diversi ruderi e molte discariche.