Sono state liberate nella mattinata del 2 settembre 2020 dai tecnici dell'ISPRA, con il supporto logistico di Forestas. Erano arrivate il 7 agosto sempre grazie al progetto Aquila A-Life.
Anche quest’anno, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, si arricchisce la nostra Isola con altre 7 aquile di Bonelli, che per il terzo anno consecutivo contribuiranno al programma di reintroduzione.
Dal 2018 ad oggi, sono state rilasciate 21 aquile del Bonelli in totale: sei nel 2018, otto nel 2019, e queste sette nel 2020.
Gli esemplari arrivati in Sardegna non sono stati liberati direttamente ma, come negli anni scorsi, sono stati ospitati nella grande voliera di pre-ambientamento realizzata da Forestas in un'area segreta del parco di Tepilora, e che ha permesso ai rapaci, dopo il lungo viaggio dalla Spagna, di ambientarsi e prendere confidenza con l’ambiente circostante, come prevede la metodologia dell’hacking adottata per tutti i rilasci realizzati nell’ambito del progetto.
Voliere di ambientamento ed Hacking: cosa sono?
L’uso di una voliera di grandi dimensioni è uno dei metodi più usati per reintrodurre varie specie di rapaci. La voliera realizzata nel 2018 dal personale Forestas presso Tepilora è molto particolare ed ha richiesto tecniche avanzate: una voliera-nido interna più piccola e riservata, contiene gli animali fino all'involo, al loro arrivo in Sardegna. Quando imparano a volare si trovano all'interno di un ambiente molto più ampio (seconda voliera) che gli permette di allenarsi al volo, familiarizzando con l'ambiente che in seguito, all'apertura della voliera, sarà il loro punto di partenza. Allo stesso tempo questo crea un "imprinting territoriale" in modo che gli animali fissino il paesaggio circostante, il che in teoria potrebbe aiutarli far proprio il territorio e auspicabilmente popolarlo.
In sintesi, la tecnica dell'hacking consiste nell'alimentare gli animali in voliere o in nidi artificiali esterni, senza che il pullo quasi pronto all'involo associ la presenza umana con l'alimentazione (non ha contatto visivo con l'uomo e non percepisce la presenza umana, per non comprometterne la "selvaticità" e non indurre comportamenti anomali). Il metodo quindi assicura alimentazione e un buon sviluppo/recupero fisico del rapace, aumentando la probabilità di involo con successo, senza rischiare imprinting o comportamenti non naturali a causa del contatto con l'uomo. Questa tecnica consente un graduale inserimento dell’animale in natura e una percentuale di sopravvivenza superiore.
Primi dettagli sulla liberazione 2020 e quadro complessivo
Con l'ultimo rilascio di questo mese in Sardegna sono liberi di conquistare la nostra Isola altri due adulti e cinque giovani nati quest'anno da allevamento spagnolo (curato dal Grefa, ONLUS specializzata in gestione e allevamento fauna).
Si tratta di tre femmine e quattro maschi...questi i loro nomi, scelti dal personale Forestas che li ha presi in custodia, insieme al personale del progetto (Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e GREFA) : Minnena, Sadonna e Mantzela, insieme ad Arroyito, Dure, Arcantzelu e Zoseppe.
Il loro volo, anche stavolta, è partito dal Parco naturale regionale di Tepilora - Parco Naturale Regionale, ormai divenuta la base per la reintroduzione di s'Abilastru, come chiamiamo in sardo questo splendido rapace.
Sinora sono ancora sotto monitoraggio GPS 12 aquile che potrebbero in teoria già formare le prime coppie nidificanti, a partire dall'anno prossimo. Purtroppo, come era prevedibile, alcuni esemplari non ce l'hanno fatta:
- il 3 luglio 2020 è morta Posada, in Corsica, vittima di un'agressione di un'aquila reale locale, il cui territorio aveva "invaso";
- il 24 aprile 2020 era morta Abbaluchente per elettrocuzione;
- il 7 gennaio 2020 è morto Muscatoiu, per elettrocuzione;
- il 26 settembre 2019 era morta l'aquila chiamata Tepilora, sparata in una giornata di caccia alla tortora in Sardegna;
- il 9 luglio 2019 era morto Artaneddu
- il 28 aprile 2019 era morta Saccaia, per elettrocuzione
- il 7 novembre 2018 era morta Nurasè, a causa del patogeno febbre del Nilo.
- si è inoltre perso il segnale GPS dall'estate scorsa per altri due esemplari maschi (Helmar, il primo liberato nel 2018) e Iliorai (liberato ad aprile 2019).
Altri dettagli sulle operazioni del progetto
Prossimamente saranno diffusi altri dettagli sulla liberazione avvenuta ieri.