Muscatoglio, Artaneddu, Illiorai, Prattéri e Prenna: sono i nomi scelti dagli operatori Forestas che hanno preso in custodia i cinque nuovi “pulli” di Aquila di Bonelli giunti in Sardegna nel 2019 con il progetto europeo Aquila a-Life, coordinato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la parte relativa all’Italia.
L'anno scorso, per le prime 5 aquile portate in Sardegna nel 2018 dal progetto, erano stati invece scelti i nomi: Abbaluchente, Posada, Tepilora, Helmar e Nurasè.
Il punto sui trasferimenti
Arrivati a fine aprile dalla Spagna, ospitati nella nostra voliera nel Parco Naturale Regionale di Tepilora, i pulcini resteranno per alcune settimane all’interno della gabbia di adattamento allestita da Forestas, in attesa di crescere e familiarizzare con l’ambiente naturale circostante. Ai cinque esemplari spagnoli si è aggiunto pochi giorni fa anche un sesto pulcino italiano: si tratta di Battore (anche questo "battezzato" dagli operai Forestas con un nome sardo) un pullo di 55 giorni proveniente da Agrigento, appartiene all’unica popolazione di Aquila di Bonelli presente oggi sul territorio italiano. Poiché negli ultimi anni in Sicilia il numero degli esemplari è cresciuto in modo consistente, si è valutato di poter destinare alla Sardegna un pulcino nato dalla popolazione selvatica siciliana, sulla base di un approfondito studio di sostenibilità e con l’autorizzazione della Regione.
L'esempio della Sicilia
L'aquila fasciata ha ripopolato la Sicilia grazie al lavoro dei volontari del Gruppo Tutela Rapaci e, dal 2016, al progetto LIFE Conrasi, coordinato dal WWF Italia e finanziato, come tutti i progetti LIFE, dalla Commissione Europea. Oggi, dopo quasi dieci anni di azioni di tutela, sono presenti in Sicilia 45 coppie di questa magnifica aquila mediterranea. La speranza è di poter avere lo stesso successo nella reintroduzione in Sardegna, grazie alla capacità operativa di Forestas ed alla fondamentale collaborazione con ISPRA e GREFA.
Mentre in Sicilia gli sforzi di conservazione hanno salvato dal rischio di estinzione una popolazione ancora presente, in Sardegna la recente scomparsa della specie richiede queste vere e proprie azioni di reintroduzione e resa possibile grazie ai progetti LIFE.
Un progetto che durerà 5 anni, interessando anche altre aree della Sardegna
Lo scorso anno l’associazione naturalistica GREFA aveva portato via nave dalla Spagna le prime cinque giovani aquile: questo progetto ha sin da subito suscitato le emozioni di tutti i sardi.
Il protocollo prevede, come l'anno scorso, che dopo un periodo iniziale di ambientamento trascorso all’interno di un’ampia voliera (dove gli uccelli completano lo sviluppo e la capacità di volo) le nuove aquile vengano rilasciate in libertà nei cieli della Sardegna.
Quest’anno l’esperienza si ripeterà dunque con ben sei nuovi pulli. Reintrodurre nell’isola “S'abilastru” è l’obiettivo finale di questo impegnativo progetto.
La splendida Aquila fasciata, protagonista dell’avifauna delle foreste mediterranee, si è estinta in Sardegna negli anni Ottanta a causa del prelievo illegale di uova e pulcini dai nidi.
Nel corso dei cinque anni di durata del progetto si prevede il rilascio in Sardegna di almeno 25 esemplari.
Coordinato da GREFA, una ONG spagnola che si occupa di conservazione della natura anche attraverso il recupero di fauna in difficoltà e programmi di captive breeding, il progetto è iniziato ad ottobre del 2017, ha una durata di 5 anni e coinvolge diversi partner internazionali. Le azioni sono in capo ad ISPRA, Area per l’Avifauna Migratrice mentre la collaborazione di Forestas interesserà i vari territori individuati nell'Isola (territori adeguati per conformazione alla vita del rapace) e supporterà tutte le fasi dal trasporto dei pulli in Sardegna al loro pre-ambientamento in voliera sino al rilascio ed al controllo nel primo periodo delle Aquile del Bonelli in Natura tra le nostre montagne.
Si prevedono rilasci di altrettanti esemplari ogni anno e fino al 2022, interessando anche altre zone dell’Isola: la finalità generale è l’incremento dell’areale dell’Aquila di Bonelli nel Mediterraneo occidentale ed il recupero della specie oggi classificata, in Italia, come in pericolo critico di estinzione.