Un altro bell'esemplare di (raro) astore sardo, è rimasto impallinato nei giorni scorsi, verosimilmente durante una battuta di caccia. Articolazione destra compromessa, irrecuperabile al volo.
IL FATTO
Già nel novembre di un anno fa era stato segnalato un altro episodio di abbattimento di un prezioso rapace, ancora Accipiter gentilis arrigonii e purtroppo ancora in concomitanza con le giornate di caccia al colombaccio.
L’episodio si ripete ancora, in preoccupante sequenza: infatti il 29 ottobre 2021 è stato trovato in territorio di Desulo un altro giovane esemplare di questa specie, gravemente ferito da una fucilata.
L'astore, in evidente difficoltà, è stato individuato dal personale Forestas che percorreva la strada Fonni-Desulo; è stato trasportato per il ricovero presso il Centro di Allevamento e Recupero Fauna Selvatica (CARFS) di Forestas, a Bonassai-Olmedo (SS): uno dei pochi centri regionali specializzati nella chirurgia veterinaria per queste specie.
I pallini, come risulta dagli esami radiologici effettuati dal personale veterinario di Forestas, hanno gravemente compromesso l’articolazione dell’ala destra di questo splendido maschio.
Un altro rapace irrecuperabile, sottratto alla vita selvatica e condannato al perpetuo ricovero. Un danno che si aggiungerà alle spiacevoli immagini circolate sui social nei giorni scorsi, relative ai cinque cacciatori di Villacidro sanzionati dopo la condivisone delle immagini della "fruttuosa" giornata di caccia, in cui mostravano centinaia di colombacci abbattuti nel nuorese (evidentemente qualcuno in più dei 15 a cacciatore/giornata consentiti dal calendario venatorio vigente).
Ricoveri di specie protette a seguito delle giornate di caccia: un fenomeno preoccupante
Purtroppo gli animali protetti recapitati nei Centri Recupero Fauna Selvatica, in concomitanza o dopo le giornate di caccia, sono ancora numerosi. La considerazione d’obbligo è che, verificandosi in ambienti difficili da controllare, il ritrovamento di esemplari in difficoltà per lesioni da arma da fuoco, rappresenta solo una minima frazione degli esemplari di specie protette illegalmente abbattuti ogni anno.
L'auspicio è che, come sempre, qualcuno dei tanti cacciatori rispettosi delle regole ed effettivamente attenti ai problemi ambientali, arrivi finalmente a segnalare alle autorità competenti questi gravi ed inqualificabili comportamenti di quei pochi che, forse per gioco, squalificano, in maniera indistinta, tutto il mondo venatorio.
La perdita di un astore, la sua apertura alare di oltre un metro, specializzato nella vita tra i boschi, è una perdita di biodiversità: un episodio che dovrebbe far riflettere la parte "sana" del mondo venatorio.
L'importanza dell'Astore sardo
L’Astore sardo è una sotto-specie classificata in pericolo (EN) nella lista rossa della IUCN per l'Italia, così come l’Aquila del Bonelli (Aquila fasciata). Più piccolo rispetto alla specie nominale (Accipiter gentilis) presente nel resto d’Italia, l’astore sardo si differenzia per la colorazione più scura del dorso, un marrone scuro che contrasta con la parte anteriore chiara barrettata. Le sue principali caratteristiche biometriche sono: un’apertura alare di 86/120 cm (notevolmente maggiore nelle femmine) e un peso che oscilla tra 780/880 g per le femmine e 520/600g per i maschi.
La gamma di specie predate da questo rapace è molto ampia e varia da quelle più tipiche degli ambienti boschivi, come il merlo, la ghiandaia, il colombaccio, il picchio, a quelle tipiche di ambienti aperti come la pernice, la quaglia e le cornacchie, fino a specie di ambienti umidi come gli anatidi o i ralliformi. Ma sono prede anche i piccoli mammiferi.