Una giornata interessante, sabato 9 ottobre 2021 presso il bosco vetusto di Tuviois, organizzata dalla sezione sarda della Società Botanica Italiana, con il patrocinio di Forestas, del Comune di Sinnai e della Sezione CAI di Cagliari. Dedicata alle caratteristiche strutturali delle foreste vetuste ed alla loro biodiversità. La partecipazione era gratuita, per un massimo di 50 persone.
Scopo della giornata
Le foreste in ambito mediterraneo e, in particolare, in Sardegna sono state per secoli oggetto di disboscamento. Così, i pochi lembi di foresta vetusta, caratterizzati dalla presenza di grandi alberi e segni non o poco evidenti di rimaneggiamento da parte dell’uomo, rappresentano un contesto naturale unico, degno di peculiare gestione e tutela. Il sito di Tuviois è forse l’unico esempio presente nel Sarrabus. Oltre a queste peculiarità forestali, Tuviois presenta ulteriori aspetti faunistici, floristici e paesaggistici di elevato pregio.
La giornata aveva lo scopo primario di presentare le peculiarità di questo territorio e di favorire il dibattito scientifico sulla corretta gestione e valorizzazione del sito.
Il programma della giornata prevedeva una breve escursione, insieme al CAI di Cagliari, la visita ai patriarchi del bosco, con alcune descrizioni scientifiche di vari esperti anche Forestas, e quindi un dialogo in bosco circa la futura gestione forestale del compendio di Tuviois.
Tuviois, meta escursionistica, storica, naturalistica.
luogo di contemplazione della natura
Questo piccolo paradiso è sicuramente un luogo raro, di straordinaria bellezza, gioiello nascosto e relitto, non lontano dall'area urbanizzata dei comuni di Sinnai e Burcei, miracolosamente scampato alle ingiurie dell’uomo.
Un toponimo che, secondo lo studioso Tore Dedola (“Sentiero Sardegna-Italia-Europa” ed. 2001) potrebbe derivare da TUVIO’IS =tuvionis, stuvionis, cavità, buchi, fessure. Il sito della foresta era luogo frequentato nel passato dall'uomo, per lo sfruttamento dell’argento. Dopo il 1870 la Compagnia delle Miniere di Lanusei aveva già individuato gran parte del complesso filoniano che si sviluppa per 40 km circa da San Vito a Burcei, e sul quale furono aperte numerose miniere d’argento, compresa quella di Tuviois. I filoni vennero lavorati verticalmente, dalla cima dei monti sino al livello del mare, e vennero abbandonati ai primi del ‘900 per esaurimento in profondità. Nella miniera di Tuviois si trova Argentite, Argento nativo filiforme, Barite, Calcite in piccoli cristalli, Cerargirite, Cerussite, Fluorite, Galena argentifera, Pirargirite, Polibasite, Proustite, Quarzo in cristalli bianchi, Stefanite. La miniera insiste su una formazione risalente al Devoniano (-395 milioni d’anni) e comprende alternanze di arenarie più o meno scistose con limoscisti e argilloscisti oltre a quelle psefitiche e calcaree.