La Sardegna, dal punto di vista archeologico, è una terra ricca di interesse. I resti dei più antichi insediamenti risalgono infatti alla cosidetta "civiltà di Ozieri", risalente all'incirca al 3200 A.C. Caratterizzata da una profonda religiosità, questa civiltà ha lasciato testimonianze superbe come le Domus de Janas, sepolture scavate nella roccia, o, in relazione al fenomeno del megalitismo, i Nuraghe. Monumento-simbolo dell’isola è ancora in parte avvolto nel mistero delle sue funzioni e delle origini del popolo che lo costruì ed abitò. Utilizzati dai protosardi come abitazioni, luoghi di culto e fortezze tra il 2000 e il 500-300 a.C., intorno ad essi sorsero numerosi i villaggi, formati da tipiche capanne di pietra e frasche che, quasi uguali, sono ancor oggi costruite e utilizzate dai pastori in alcune zone dell’isola.
Risalenti a tempi più recenti, ma di sicuro interesse sono le carbonaie. La tecnica era sostanzialmente questa: si otteneva il carbone nelle "carbonaie", ammassi a forma di semisfera con un'apertura centrale, ricoperti di terra e fronde; la combustione avveniva con estrema lentezza, in modo da evitare la formazione delle fiamme. E’ un’operazione delicata che richiede molta attenzione e diverso tempo, in genere cinque – sette giorni.
Il carbone ottenuto in questo modo veniva poi portato a valle, spesso da donne, attraverso percorsi noti come le vie dei carbonai