Dopo 40 giorni di ricovero, il 5 febbraio 2021 è stato liberato un esemplare di Aquila dei serpenti. Salvato in località Paringianu (Portoscuso) quando era già in grave stato sanitario di ipotermia e denutrizione il 27 dicembre 2020, è stato portato subito al CARFS Forestas di Monastir per il ricovero.
Sottoposto a cure veterinarie in ricovero con temperatura controllata per superare l'ipotermia, il biancone gradualmente ha ripreso completamente il suo buon stato sanitario, sino al pieno recupero, coronato con la liberazione.
Il Biancone è stato liberato nella stessa località di ritrovamento, anche per aiutarlo ad orientarsi nel suo volo di ritorno verso l'Africa, bruscamente interrotto per le sue condizioni fisiche.
Probabili cause dell'accaduto
Questo ricovero del Biancone in difficoltà, è probabilmente spiegabile con i cambiamenti climatici che gradualmente stanno diventando rilevanti anche nella nostra regione, con conseguenze sugli animali: infatti l'aquila dei serpenti è di passaggio in Sardegna, e al più tardi il suo transito si verifica nel mese di novembre; ma questo novembre 2020 la temperatura era ancora mite e ciò ha ritardato troppo l'emigrazione verso il continente Africano, sposandola al mese di dicembre, quando poi le temperature si sono improvvisamente irrigidite, diventando incompatibili per la sua attività di caccia (si tratta di un predatore di rettili, che con il freddo estremo non ha più trovato cibo). Dunque possiamo solo supporre che il Biancone abbia ritardato la migrazione per le anomale temperature, trovandosi poi in situazione di carenza alimentare (ofidi in letargo): quindi si può ipotizzare che lo sfasamento delle temperature, il gran tepore del tardo autunno, abbiano ingannato il Biancone, sfasandone i tempi di migrazione.
Ma potrebbe anche aver subito una intossicazione e la conseguente debilitazione ne avrebbe rallentato la partenza. Questi rapaci sono infatti soggetti ad intossicazioni secondarie dovute all'ingestione di serpenti (come i biacchi, ghiotti di topi) a loro volta intossicati (la famosa catena di morte dei veleni...avveleniamo i topi che se non muoiono subito rischiano di avvelenare, a loro volta, serpenti e/o rapaci e/o altri piccoli predatori che si sono nutriti del topo avvelenato). Questa eventualità potrebbe aver ridotto le capacità di nurtrirsi del Biancone proprio prima del suo viaggio verso l'Africa.
Per concludere, una cosa è certa: il soccorso e le cure hanno salvato il Biancone, che probabilmente adesso avrà tentato di raggiungere l'Africa. Speriamo di rivederlo ancora sui nostri cieli, al prossimo passaggio stagionale.