DUE DISTINTI FENOMENI
Le foreste della Sardegna sono interessate da due distinti fenomeni: il disseccamento delle formazioni boschive nel settore orientale dell’isola e il deperimento delle querce da sughero (Quercus suber).
Entrambi questi fenomeni, sebbene si manifestino con sintomi e cause differenti, rappresentano una minaccia per l'ecosistema sardo e, pertanto, implicano un approccio interdisciplinare.
1) Il fenomeno del disseccamento e dell’imbrunimento delle chiome, osservato nelle leccete e nelle formazioni a macchia mediterranea della Sardegna orientale, sembra essere strettamente legato al deficit idrico prolungato causato dalla diminuzione delle precipitazioni negli ultimi anni. In particolare, l'estate del 2024 ha segnato un punto critico con un bilancio idrico fortemente negativo. Tuttavia, per comprendere pienamente l'estensione e l’intensità del problema, sarà necessario monitorare le risposte vegetative dopo le piogge autunnali e valutare la presenza di eventuali fattori concomitanti, tra cui organismi nocivi e parassiti opportunisti.
2) Il fenomeno del deperimento delle querce da sughero - problema noto da decenni - continua a destare preoccupazione a livello internazionale. Studi iniziati negli anni '80 documentano un declino progressivo delle foreste di sughero in diverse regioni del Mediterraneo, Sardegna inclusa. Questo fenomeno è il risultato di una combinazione di fattori abiotici:
- le condizioni stazionali e gestionali,
- la siccità prolungata,
- l’alterazione del regime pluviometrico e l’aumento delle ondate di calore,
insieme a fattori biotici, tra cui:
- attacchi di insetti
- infezioni da agenti patogeni.
Il deperimento delle querce da sughero
si manifesta attraverso una vasta gamma di sintomi che variano in base ai fattori abiotici e biotici coinvolti, rendendo difficile una diagnosi precisa senza un'analisi più approfondita. I sintomi del deperimento si manifestano in due principali modalità:
- un deperimento cronico, caratterizzato da sintomi che persistono per anni
- una forma acuta o morte repentina, contrassegnata dal disseccamento improvviso della pianta.
Gli insetti fitofagi e il "circolo vizioso" che provoca il deperimento delle foreste sarde
Lepidotteri e coleotteri, contribuiscono al deperimento danneggiando direttamente i tessuti vegetali e veicolando patogeni. Questi insetti possono aggravare la salute delle piante, già indebolite da condizioni ambientali sfavorevoli. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che gli agenti abiotici, in particolare la siccità e le alte temperature, giocano un ruolo cruciale nel predisporre le querce agli attacchi biotici, creando un circolo vizioso che porta al progressivo deperimento delle foreste.
Tra i fattori biotici che giocano un ruolo chiave sono compresi diversi agenti patogeni, ed in particolare numerose specie del genere Phytophthora. Tali microrganismi, nonostante la somiglianza morfologica, non sono dei veri e propri funghi ma appartengono alla classe degli Oomiceti, noti per la loro abilità di attaccare l’apparato radicale delle piante.
Le infezioni
Le infezioni di questi patogeni causano lesioni necrotiche sulle radici e la perdita del capillizio radicale, riducendo drasticamente la capacità delle piante di assorbire acqua e nutrienti rendendole meno tolleranti agli stress idrici.
Le ondate di calore
Al tempo stesso, intense ondate di calore e prolungati periodi di siccità (come quelli che stiamo inesorabilmente vivendo in questi ultimi anni) rendono le piante più suscettibili all’attacco dei parassiti.
Altri parassiti
Oltre alle specie di Phytophthora, sono coinvolti nel deperimento diversi funghi appartenenti alla famiglia Botryosphaeriaceae, tra cui Diplodia corticola, agente di cancri e necrosi sul tronco e sulle branche delle piante, che sta assumendo un ruolo sempre più significativo. Infine, le piante in avanzato stato di deperimento sono suscettibili agli attacchi del patogeno opportunista Biscogniauxia mediterranea, agente causale del cancro carbonioso, malattia che interessa il tronco e i rami delle querce.
Potenziare una rete di monitoraggio permanente nelle aree forestali
Alla luce di questi fenomeni, diventa fondamentale istituire e potenziare una rete di monitoraggio permanente nelle aree forestali della Sardegna - come risulta avviato dalla Giunta Regionale già nel mese di agosto - mediante una stretta collaborazione tra istituzioni regionali ed enti di ricerca, che in passato hanno già portato a progressi significativi nella comprensione dei fenomeni fitopatologici ed entomologici che affliggono le foreste sarde, consentendo l'implementazione di azioni gestionali mirate. La creazione di tavoli di coordinamento regionali, come il Tavolo tecnico fitosanitario forestale, e la redazione del Piano Sughericolo Nazionale nel 2023 (con particolare attenzione agli aspetti fitosanitari e alla resilienza delle sugherete) sono esempi concreti di come la Sardegna stia affrontando le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla diffusione di infezioni e infestazioni.
Queste iniziative, supportate (anche) da progetti comunitari che promuovono la ricerca e lo scambio di buone pratiche nella gestione dei boschi mediterranei, sono essenziali per rafforzare la protezione delle foreste sarde e preservarne la biodiversità.
Solo attraverso un impegno congiunto e fondato sulla ricerca scientifica e sulla gestione responsabile dei boschi, sarà possibile garantire la conservazione di un patrimonio naturale inestimabile per le generazioni future.