Le imponenti nevicate che hanno interessato l’Isola nel finale di gennaio hanno riportato la Sardegna nel classico scenario climatico invernale: oltre alle conseguenze più visibili e percepite (la bellezza del paesaggio, le temperature drasticamente calate, la circolazione stradale resa difficile da neve e ghiaccio) ci sono altri fattori interessanti dal punto di vista forestale.
PREMESSA
Questo articolo prova a descrivere una questione complessa in modo semplice e discorsivo, cedendo un po’ al rigore scientifico per privilegiare la comprensibilità anche ai non addetti ai lavori. Il tema è interessante, riguarda gli effetti della neve sugli ecosistemi forestali.
I benefici della neve
Entro certi termini, si può dire che la neve abbia una influenza positiva, nel ciclo stagionale: rallenta o impedisce il prelievo o il danno alle foglie da parte di parassiti e altri brucatori, coibenta il suolo dalle gelate e salvaguarda le parti vitali delle piante in tempi di grandissimo freddo.
Si può parlare a tutti gli effetti di benéfici effetti della neve: una o più funzioni naturali svolta dai fiocchi di neve a vantaggio dell’intero ecosistema, che in certe quantità non nuoce al benessere delle piante e degli alberi.
Con mesi estivi sempre più torridi e secchi, anche a causa dei cambiamenti climatici, la stagione fredda offre più pioggia anziché neve, concentrata in episodi molto brevi e intensi: molti esseri viventi - inclusi i vegetali - si trovano spesso in situazioni di stress, che incide in particolare sugli alberi nel bosco.
La neve può quindi risultare fondamentale per attenuare il ruscellamento e dilavamento del terreno dopo le precipitazionei, e per allungare e diluire nel tempo l’idratazione e favorire quindi la fertilità del suolo: inverni freddi e con poche precipitazioni sia piovose che nevose, estendono invece i tempi in cui la superficie del terreno congela e si indurisce anche nelle ore centrali della giornata; invece la coltre nevosa ostacola la discesa sotto zero delle temperature del sottosuolo, fungendo come una coperta (il manto nevoso) che le conserva quasi costanti (le temperature sottosuolo non scendono quando il terreno è innevato). Il terreno, finchè innevato, è indenne da ruscellamenti e dilavamento. Altro beneficio, con la risalita delle temperature, il lento disciogliersi della neve favorisce l'idratazione del terreno in profondità, aiutando lo sviluppo radicale.
E ancora: il fatto che la neve al suolo si sciolga lentamente è un bene anche per i versanti montuosi in forte pendenza, in cui difficilmente l’acqua piovana avrebbe il tempo di penetrare.
In pratica, grazie alla neve è come se le piante si prendessero una pausa dal freddo estremo e dagli attacchi dei parassiti, dall'aridità al suolo e dall'erosione del loro habitat. Per contro, anche i danni che la neve produce nel bosco (schianti) possono trasformarsi in una maggiore disponibilità di luce e legno al suolo, che nella stagione calda si tradurranno in maggiore bio-diversità.
I danni da neve
Per contro, le eccezionali nevicate, come già registrato in passato, possono provocare danni anche ingenti in termini di alberi abbattuti e danneggiati, con numerosi "schianti da neve" registrati in vari boschi dell'isola. In passato, ad esempio nel 2007, 2011, 2012, 2017 la neve aveva particolarmente colpito le formazioni di sughera e leccio, con decine di migliaia di metri cubi complessivamente schiantati.
Nei boschi gestiti da Forestas i danni vengono prontamente valutati e si attivano gli interventi di recupero, mentre nei boschi privati le stime sono tardive e i dati approssimati, così come di conseguenza lo sono gli stessi interventi di recupero. In alcuni casi, in passato, i danni da neve sono stati gestiti con lo stesso livello di urgenza e criticità assegnato al rischio incendi ed al dissesto idro-geologico.
GLI INTERVENTI PROGRAMMABILI IN CASO DI NEVE
Non tutto il legname danneggiato può essere tagliato ed esboscato. Della massa abbattuta non oltre il 50% può tipicamente confluire nel mercato del legname: in parte perchè il materiale è danneggiato e di scarsa qualità anche come legna da ardere, ed il mercato più influenzato dalla sovradisponibilità di materia prima.
Vengono di solito analizzati due ordini di fattori:
1) fattori soggettivi
Connessi all'estensione e alla tipologia dei danni. Evidentemente l'estensione complessiva dell'area danneggiata (ettari, numero di piante danneggiate) e la sua distribuzione/concentrazione territoriale rappresenta la prima variabile considerata. La conoscenza delle specie forestali danneggiate ha un'importanza fondamentale in quanto i costi del danno dipendono notevolmente dalla diversa conservabilità del legno. La specie è importante anche in relazione all'andamento dei diversi segmenti di mercato (energetici e del sughero ad esempio). Il tipo di formazione, in relazione alla forma di trattamento e alla composizione per età delle piante danneggiate, è un' altra variabile di grande rilevanza: danni e costi di esbosco sono maggiori per le formazioni invecchiate e per quelle disetanee. Le piante danneggiate possono risultare prevalentemente spezzate o sradicate: se il valore commerciale è basso d’altra parte bisogna considerare che le piante sradicate deperiscono meno velocemente per attacchi parassitari. Nell'imminenza del periodo caldo l’urgenza degli interventi è in ogni caso connessa alla prevenzione degli incendi (non rilasciare biomassa secca in eccesso, facilmente infiammabile) e inoltre, con temperature superiori ai 10° C, per impedire che la situazione alimenti gli attacchi da parte di insetti xilofagi e funghi. In alcuni boschi si valuta anche se il rilascio di tronchi atterrati di grandi dimensioni possa far aumentare a dismisura la popolazione di alcuni insetti e di conseguenza l'avifauna, creando ripari alla fauna superiore e migliorando così le condizioni di biodiversità, evitando in concreto le potenziali difficoltà di controllo degli insetti nocivi per molti anni.
2) fattori oggettivi
Legati alle condizioni logistiche e stazionali dell'area colpita: soprattutto nel caso di danni gravi ed estesi la presenza di una rete di piste forestali adeguata ha consentito una rapida mobilizzazione del legname, così come la presenza di manodopera forestale è un altro fattore importante. La presenza sul territorio di macchinari come cippatrici è considerato un altro fattore importante. L'organizzazione degli interventi richiede una notevole capacità di coordinamento e un rafforzamento delle funzioni di indirizzo a livello territoriale, anche tramite unità di progettazione capaci di informare la popolazione, con incontri e riunioni, e portare avanti le operazioni necessarie.