Realizzata nell'ambito del progetto I.N.C.R.Edible (una Rete tematica europea sui Prodotti Forestali Non Legnosi) questa guida è di grande interesse per tutto il settore sughericolo nazionale e regionale.
L'amministrazione regionale riconosce la valenza strategica del settore sughericolo sardo, individuando nei sistemi forestali ed agroforestali a sughera un elemento centrale e sfidante per le politiche forestali regionali, per la sua importanza sia come filiera economico–produttiva che come elemento caratterizzante il Capitale Naturale e Culturale della Sardegna.
Per questo la Legge Regionale Forestale (n. 8/2016) prevede la valorizzazione della sughericoltura attraverso modelli e pratiche di gestione selvicolturale sostenibile miranti alla conservazione e potenziamento della multifunzionalità delle sugherete sarde ed in grado di promuovere produzioni di maggiore qualità per una certificazione di processi e prodotti secondo gli standard più accreditati.
Rilevanza economica, sociale e ambientale del sughero in Sardegna
L’Italia è tra i paesi mediterranei di indigenato e diffusione della Sughera (Quercus suber L.) insieme ai paesi della penisola iberica (Portogallo e Spagna) e del Nord Africa (Algeria, Tunisia e Marocco).
Il dato statistico più recente indica una superficie complessiva circa 186.000 ettari, pari a 168.602 ettari di boschi alti e 17.742 di boschi bassi, boschi radi e boschetti afferenti alle ‘altre terre boscate’ (INFC, 2005).
La Sardegna occupa a livello nazionale una posizione di rilievo, collocandosi al primo posto tra le 6 regioni in cui essa è diffusa, tra cui principalmente Sicilia, Toscana,Calabria, Lazio e Campania, con l’83% della superficie sughericola nazionale presente nell'isola. La Carta dell’Uso del Suolo della Sardegna (2008) riporta infatti una copertura di circa 140.000 ettari di sugherete nell'Isola, distribuiti nelle categorie Pascoli arborati a sughera, con copertura tra il 5-25%(57.934 ha) e Sugherete pure, con oltre il 25% copertura arborea (80.489 ha).
Una fortissima vocazione
Ma la sughera è ampiamente presente anche all’interno di altre categorie forestali, qualii boschi di latifoglie, le leccete e le pinete mediterranee, che occupano circa 490.000 ha.
Nel suo complesso la Sardegna presenta una fortissima vocazione alla coltivazione ed espansione della sughericoltura, come attestato dal Piano Forestale Ambientale Regionale della Sardegna (RAS,2008). Alcune di queste superfici sono il risultato di intense campagne di rimboschimento e ricostituzioni boschive finanziate con programmi comunitari straordinari quali il Regolamento 2080/92, per oltre 5000 ha di superfici di intervento.
Le sole tre province di Nuoro,Olbia-Tempio e Sassari occupano tra l’80 el’85% delle superfici sughericole regionali, con il Distretto del sughero della Gallura quale principale centro di trasformazione e commercializzazione del sughero lavorato.
La particolare resistenza e resilienza della sughera ad una delle principali fonti di perturbazione degli ecosistemi mediterranei, il fuoco, spesso di origine antropica, ne ha fatto il simbolo della millenaria convivenza tra pratiche antropiche, quali ad esempio l’allevamento, e gli ecosistemi forestali. La pianta ed il suo prodotto principale, materiale del tutto unico per caratteristiche tecnologiche e molteplicità dei possibili utilizzi connessi, accompagnano infatti l’evoluzione (storica, economica e sociale) della regione in ogni sua fase.
In particolare hanno determinato l’attuale articolato e complesso sistema di valori ed esternalità, collegati al sughero ed alle formazioni forestali a quercia da sughero, che possono essere a pieno titolo annoverati fra gli elementi che più qualificano il Capitale Naturale e Culturale della regione (CN e CC).
Fra i valori riconosciuti, quello più immediatamentee facilmente apprezzabile è economico, con un numero importante di imprese ed addetti operanti nel comparto, nelle diverse fasi di “coltivazione”, estrazione, lavorazione e produzione e commercializzazione di prodotti, che includono sia quelli industriali, che quelli artigianali, tradizionali o artistici, destinati prevalentementeal mercato turistico.