Si tratta di un inselberg originatosi dal disfacimento della roccia per un processo di idrolisi. Ha una caratteristica forma tondeggiante, “a panettone” (diametro base 120 m; altezza 110 m), ed è parzialmente coperto da macchia bassa e rada; la superficie rocciosa ha un colore giallo-rosato dovuto a processi di ossidazione. Il monumento si inserisce in un paesaggio granitico la cui spettacolarità non trova riscontro in altre aree dell’isola: tafoni, thor, cataste di blocchi, inselberg a cupola. Il manto vegetale è caratterizzato da macchia e boschi di Quercus suber.
L’area dove sorge Monte Pulchiana è situata a breve distanza dalla costa settentrionale della Gallura dove è possibile ammirare vari esempi di morfologia costiera del granito come la famosa Isola Rossa, costituita da micrograniti.
La sua visita può essere inclusa in un itinerario comprendente la Piana dei Grandi Sassi e le Pietre Ballerine della Gallura (area da destinare a riserva), l’Orso di Palau e le rias.
Provvedimento istitutivo
Decreto Assesorato Difesa Ambiente n. 19 del 18.01.1994
Interesse culturale:
Pulcheddu è una variante del nome Pulchiana, la cui radice linguistica si ritrova anche nella vicina collinetta di Polcu (q. 470 m) dove sorge un nuraghe. Il significato sarebbe ‘monte del porchetto’ (cfr. MIGLIOR, 1987) ma un’altra interpretazione lo riconduce al termine gallurese "pul’tseddu", che significa polso o collo del piede e deriva da pursu, per la sua somigliamza ad una zampa.
Numerosi sono i siti archeologici nei pressi. Si ricordano le domus de janas di Viddalba, i nuraghi Nuracheddu, Paltitoggiu, Avru Mannu, Bastinacciu, Santa Barbara, Su Nuraghiddu, Su Mantigiu, Nuraghe De Li Reni, Monti Longu, Monti Maccioni, di Polcu, e due altri nuraghi senza nome.
Vicinissime al Monte Pulchiana si trovano tombe preistoriche
in tafone. Le cavità dei tafoni sono state spesso usate come sepoltura e conservano ancora resti dei muri a secco che chiudevano gli ambienti funerari. Nella stessa zona rimangono resti di originali nuraghi a corridoio, che, a differenza dei nuraghi a pianta circolare, meglio si adattano alle irregolarità delle rocce.
Tutela e valorizzazione:
L’uso attuale del Monte e dei dintorni è a pascolo e diffusa è la caccia al cinghiale. Il rischio maggiore che il monumento corre è l’apertura di cave per l’estrazione del granito. Si tende infatti a situare i cantieri in siti dove ci sono affioramenti estesi di roccia integra ed in prossimità di strade camionabili. Scavi abusivi poi vengono facilmente aperti in punti meno visibili. Dannosa dal punto di vista paesaggistico è anche l’asportazione di massi isolati per la decorazione di giardini.
Situato a breve distanza (200 m) da una strada vicinale che si collega alla ss Tempio-Palau, la zona si trova al margine del Parco regionale del Limbara. Il monumento è pertanto facilmente accessibile.
Emergenza naturale e ambiente:
Nella Gallura settentrionale, a breve distanza dalla ss133, si erge Monte Pulchiana, su un altopiano posto a circa 400 m slm, cosparso di piccoli dossi. A forma di bassa collina tondeggiante, è il monolite granitico più grande della Sardegna, con una base di 120 m di diametro e un’altezza di circa 110 m. Il colle, parzialmente coperto da macchia bassa e rada, va da una quota base di 550 m slm ad una massima di 673 m ed occupa una superficie di 0,78 ha.
Situato poco a NE di Aggius, ma in comune di Tempio Pausania, in un settore dell’isola interamente costituito da rocce granitiche del basamento ercinico, il Monte, formato da leucograniti rosati a biotite, generalmente equigranulari, rappresenta un’intrusione post-tettonica domiforme del complesso plutonico ercinico. La roccia appare debolmente alterata in superficie per l’ossidazione dei minerali di ferro-magnesiaci che la compongono, il che è causa del suo caratteristico colore giallorosato. Si tratta di un Inselberg, la cui genesi è dovuta al
disfacimento della roccia granitica per un processo di idrolisi in ambiente più caldo e umido dell’attuale.
Il paesaggio sul quale spicca il grande Inselberg di Monte Pulchiana è caratterizzato da forme arrotondate in roccia affiorante a tratti ricoperta di granito arenizzato. In parte degli Inselbergen di dimensioni più modeste che si trovano nelle vicinanze sono state aperte cave per l’estrazione del granito con una sostanziale modifica del paesaggio originale.
Il monumento si inserisce nel paesaggio morfologico del granito dell’area marginale del massiccio del Limbara, dove varie forme sono state modellate nelle rocce granitoidi in condizioni di clima tropicale.