Sebbene la Sardegna non possa vantare un territorio eccessivamente esteso, le caratteristiche fisiche dell'isola portano a identificare diverse tipologie climatiche. Teoricamente la posizione geografica collocherebbe la nostra regione in piena area mediterranea, caratterizzata quindi da una stagione calda e arida e da una fredda e umida. Ma per via dell'esposizione, della distanza dal mare e dei rilievi, si hanno forti differenziazioni termometriche e pluviometriche che portano a definire climi differenti: subtropicale, temperato-caldo, subumido e, in aree limitate alle zone più alte dei rilievi del Gennargentu e del Limbara, umido.
A queste differenze, per via della stretta correlazione esistente tra vegetazione e clima, corrispondono differenze nelle formazioni forestali. Avremo infatti boschi di leccio, di roverella e di sughera nelle zone a clima umido e subumido.
Mentre invece in quelle a clima temperato-caldo, che rappresentano comunque la gran parte del territorio, si sviluppano sia le formazioni arboree a leccio e sughera che le boscaglie arbustive di sclerofille sempreverdi più evolute.
Nel momento in cui si vuole studiare una foresta, la sua cultura e tradizione, non possiamo dunque tralasciare queste importanti caratteristiche ambientali che, con le loro differenziazioni, determinano il paesaggio e consequenzialmente l'organizzazione umana all'interno dello stesso.