Istituzione Parco regionale Gutturu Mannu e Parco regionale di Tepilora

05 Novembre 2014
i due parchi

Il Consiglio regionale ha approvato i disegni di legge che istituiscono il “parco naturale regionale di Gutturu Mannu” e il il “parco naturale regionale di Tepilora”.

Parco Gutturu Mannu

Il parco si estende nei territori dei comuni di Assemini, Pula, Santadi, Sarroch, Siliqua, Uta, Villa San Pietro, Domus de Maria, Capoterra e Teulada. Con l’approvazione del disegno di legge proposto dalla Giunta regionale si è concluso l’iter amministrativo previsto dalla legge 31/89 (Norme per l'istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale). Con l’istituzione del Parco naturale regionale di Gutturu Mannu la Regione intende perseguire concretamente l’obiettivo di tutelare il pregiato patrimonio naturalistico e porre le basi per promuovere nei territori interessati uno sviluppo economico e sociale attraverso la conservazione delle risorse ambientali.
Le particolarità del territorio del parco risiedono nella vastità della superficie complessiva pari a 19.685 ettari, e nel fatto che sia inserita in una delle foreste più antiche ed estese del Mediterraneo: si tratta di 35.000 ettari di copertura vegetale senza soluzione di continuità, costituita da bosco, macchia-foresta e macchia alta di inestimabile valore naturalistico dove vivono specie endemiche tra le più rappresentative della fauna sarda, come ad esempio il cervo, l’astore, il gatto selvatico e il geotritone.
Sull’area insistono anche tre oasi di protezione faunistica, istituite dall’Assessore della difesa dell’ambiente, denominate “Gutturu Mannu – Monte Arcosu” di 7.404 ettari “Piscina Manna – Is Cannoneris” di 7.199 ettari e “Pantaleo” di 1.600 ettari , per complessivi 16.203 ettari. In queste oasi vige il divieto dell’esercizio della caccia. Nell’area parco sono presenti, inoltre, la Zona di protezione speciale (Z.P.S.) ed il Sito di interesse comunitario (Sic), denominati entrambi “Foresta di Monte Arcosu”, della Rete Natura 2000.

Parco Tepilora

Il parco si estende nei territori dei comuni di Bitti, Torpè, Lodè e Posada ed occupa la parte più settentrionale della Barbagia e della Baronia. Con l'approvazione del disegno di legge proposto dalla Giunta regionale si è concluso l’iter amministrativo previsto dalla legge 31/89 "Norme per l'istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale".
Attraverso l’istituzione del Parco naturale regionale di Tepilora la Regione intende perseguire concretamente l’obiettivo di tutelare il pregiato patrimonio naturalistico e porre le basi per promuovere uno sviluppo economico e sociale, in considerazione della particolarità dell’area, connotata anche dalla presenza di attività antropiche.
Si tratta di un parco che collega le zone interne con quelle costiere utilizzando il fiume come una vera infrastruttura naturale, un elemento di connessione con una serie di attività legate al turismo e alla tutela dell’ambiente.
Gran parte delle aree interessate dal parco sono occupate da due grandi foreste demaniali: la foresta di Crastazza-Tepilora nel comune di Bitti e la foresta di Usinavà nel comune di Torpè.
Il complesso forestale di Crastazza-Tepilora comprende due corpi, "Crastazza" e "Tepilora", censiti in agro del Comune di Bitti e ricade in un’area montana di notevole interesse ambientale e paesaggistico. Nel patrimonio faunistico annovera specie tipiche della macchia mediterranea come il Cinghiale, la Lepre sarda, la Volpe, il Gatto selvatico. Negli ultimi anni sono stati avvistati alcuni esemplari di Daino e di Muflone provenienti dalla vicina foresta di Sos Littos - Sas Tumbas.
La foresta di Usinavà è stata acquisita al patrimonio demaniale nel 1964-1965 ed è costituita da macchia con differenze di composizione, in taluni casi raggiunge altezze anche di sei o sette metri formando una fitta macchia-foresta.
Molto frequenti nel territorio sono i graniti, il cui aspetto morfologico più significativo è dato dalle serre, un susseguirsi caratteristico di creste coniche che ricordano i denti di una sega.

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