A causa del lock-down dovuto al CoViD-19, non abbiamo avuto la possibilità di proseguire il monitoraggio del Capovaccaio. Una coppia nidificante si è insediata, nell'estate 2019 a Porto Conte, presso il carnaio gestito dall'Agenzia Forestas nell'area del Parco Naturale Regionale.
Con l'Università di Sassari e gli altri partner del progetto Life "Under Griffons Wings" riprenderanno presto le osservazioni.
Ma qui e ora è importante riprendere il discorso, per raccontare la storia dall'inizio.
Due capovaccai in Sardegna nel 2019
Consideriamo la presenza di due capovaccai in Sardegna come un risulato inatteso ed importantissimo del progetto Life dedicato ai Grifoni. La presenza regolare dei due individui da marzo 2019 dimostra come le misure di conservazione adottate per la salvaguardia degli avvoltoi abbiano avuto ricadute positive sull’intera comunità di uccelli necrofagi.
Alcuni fattori hanno reso attraente quest’area per i due capovaccai:
- la presenza di una fonte alimentare certa gestita da Forestas
- l’impegno del Parco regionale di Porto Conte nel prevenire il disturbo dell’uomo con un’ordinanza specifica
- la promozione del Codice etico della fotografia naturalistica promosso dall’Università di Sassari.
Il Capovaccaio mancava tra le specie storicamente nidificanti nella nostra isola, almeno fino al 2019. Ma già dal 2018, grazie alle azioni di monitoraggio (foto-trappole) sulla rete dei carnai aziendali e sui due carnai allestiti da Forestas, si era registrata la presenza (occasionale) dell'avvoltoio Capovaccaio.
UN PREZIOSO AVVOLTOIO MIGRATORE
Essendo una specie tendenzialmente migratrice (gran parte della popolazione europea sverna anel continente africano) i passaggi in Sardegna erano sinora considerati alla stregua di "scali tecnici" durante la traversata. Gli avvistamenti si sono ripetuti via via con frequenza crescente (e con grande grande sorpresa) sinchè una coppia di questi rapaci ha iniziato a frequentare sistematicamente la costa nor-ovest della Sardegna in pieno periodo riproduttivo.
Il più piccolo tra gli avvoltoi d'Europa
Il Capovaccaio (Neophron percnopterus) è un rapace che si nutre di una vasta gamma di alimenti, dagli insetti (che trova nelle carogne) ai piccoli resti di carne, placente ed escrementi di bestiame.
Ma è soprattutto la sua predilezione nel frequentare i pascoli e le mandrie di bestiame (dove trova sterco e insetti) da cui deriva il nome volgare (toscano) “Capovaccaio”. Un altro nome comunemente usato è quello di avvoltoio egizio, in riferimento al fatto che fosse sacro alla dea Iside.
Si tratta indubbiamente della specie più minacciata tra gli avvoltoi Europei. Per contrastarne il declino sono state messe in campo azioni di conservazione in tutti i Paesi dove è ancora presente.
In Italia - in particolare - la specie sopravvive con pochi individui in Sicilia, Calabria e Basilicata (circa 12 coppie nidificanti censite). Sono stati finanziati diversi progetti europei, l’ultimo dei quali è l’italo-spagnolo Life Egyptian Vulture (www.lifegyptianvulture.it). Collabora in questo progetto l’Associazione CERM (Centro Rapaci Minacciati) il più grande Centro di riproduzione ex-situ del capovaccaio a livello mondiale (www.capovaccaio.it).
In Sicilia - dove è presente gran parte della popolazione italiana di questo vulturide - è in corso il Progetto Life ConRaSi (www.lifeconrasi.eu) che mira alla conservazione in Sicilia dell’Aquila del Bonelli, del Falco Lanario e proprio del Capovaccaio.
L'aiuto fondamentale per UNA SPECIE MINACCIATA, ANZI DUE
Purtroppo una delle principali cause del declino - oltre alle già note sostanze tossiche - sono gli abbattimenti illegali, gli impatti contro cavi elettrici aerei e pale eoliche; vi è poi la ridotta disponibilità alimentare dei nostri ecosistemi. Affrontare la carenza alimentare è stato uno degli obiettivi primari del Progetto LIFE14NAT/IT/000484 Under Griffon Wings che, lavorando per la conservazione dell’unica popolazione naturale italiana di Grifone (Gyps fulvus), ha previsto azioni rivelatesi utilissime anche per il Capovaccaio : per la prima volta (e fino ad ora l'unica) in Italia si è sperimentata l’istituzione di una rete di carnai aziendali ( 40 privati e 2 pubblici, a Porto Conte e Monte Minerva, gestiti direttamente da Agenzia Forestas).