"Sotto le Ali del Grifone": aggiornamento sulle attività del progetto LIFE Natura

11 Marzo 2016
Grifone liberato a Bosa

Il contesto sociale ed ambientale che riguarda il Grifone ed i vulturidi

Da sempre l'umanità ha saputo convivere con gli avvoltoi spazzini del territorio: consapevoli della loro utilità per lo smaltimento di pericolose fonti di infezioni (ad esempio: carcasse di animali morti). Solo recentemente nella storia di una lunga convivenza quasi simbiotica abbiamo perso questa armonia con l'ambiente - che purtroppo non riguarda solo il rapporto con i Grifoni; così è stato possibile che, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, alcuni comportamenti non sostenibili abbiano portato quasi all'estinzione (in alcuni casi, la totale estinzione) di molte specie di grandi rapaci:  il Gipeto, l'Avvoltoio monaco, e lo stesso Grifone (di cui ci resta solo un'ultima colonia tra Bosa e Alghero di circa 100 individui). L'introduzione di sostanze tossiche nell'ecosistema (arsenico per eradicare le cavallette, DDT per le zanzare, stricnina (per l'eliminazione delle volpi e di altri predatori del bestiame) e la caccia diretta - praticata sino agli Settanta - fecero il resto, alimentate dalla errata convinzione che i Grifoni fossero "nocivi".

Il Grifone, smaltitore al vertice della catena alimentare

Essendo al vertice della catena alimentare, il vantaggio - ma anche la vulnerabilità di questi animali - è la loro fortissima capacità di assimilare ed assorbire qualsiasi sostanza da ciò che mangiano. Da questo punto di vista, la presenza di Grifoni è indice di "salubrità ambientale": quando ci sono gli avvoltoi si può dedurre che l'ambiente non sia stato contaminato da sostanze tossiche (veleni, metalli pesanti etc.) che diversamente questi avvoltoi assimilerebbero facilmente con conseguente morte.

Il punti di forza del progetto "Under Griffon Wings": consapevolezza ed armonia tra uomo e Natura

Sarà favorito - anche attraverso azioni di comunicazione sul web e nel territorio - il recupero della (antica) consapevolezza sulla gestione eco-sostenibile degli allevamenti attraverso il Grifone e più in generale i Vulturidi: un'azione ad alto impatto positivo per l'ambiente.
Inoltre tra gli obiettivi principali c'è la ricostutuzione della "capacità alimentare" del territorio, con la creazione di carnai diffusi (carnai aziendali, ossia gestiti dierettamente da allevatori privati) da cui gli avvoltoi possano trarre sostenamento in sicurezza e con modalità ecologicamente ed economicamente sostenibili.

Sostenibilità ambientale, ma anche economica

Come sempre è stato nella sua lunga storia di convivenza con l'uomo, il Grifone gerantirà lo smaltimento di rifiuti "speciali" (le carcasse degli animali morti) altrimenti eliminabili con procedure assai più costose rispetto alle procedure alternative obbligatorie per le stesse aziende zootecniche.
Il Grifone in passato ha rischiato l'estinzione proprio a causa della sua posizione nella catena alimentare: ora potrà riprendersi il suo "naturale" ruolo di raccoglitore di carcasse, svolgendo per l'uomo "servizio ecosistemici" ad alto valore aggiunto (per gli allevatori e per il territorio in generale, anche dal punto di vista del turismo naturalistico).

La Commissione Europea segue con attenzione il progetto

Come per tutti i progetti LIFE, è costante il monitoraggio delle azioni finanziate: nel mese di febbraio 2016 è stato visitato il carnaio di Porto Conte ed il Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai (SS) entrambi gestiti dall'Ente Foreste della Sardegna.
Nel corso della visita sono stati presentati i progetti relativi al carnaio di Porto Conte e Monte Minerva e le voliere di pre-ambientamento di Porto Conte.
La voliera di pre-ambientamento serve per attenuare la naturale tendenza all'erratismo (tendenza ad esplorare ed allontanarsi) dei giovani avvoltoi che saranno reintrodotti, per farli legare al territorio (con una sorta di "imprinting ambientale"). Questo permetterà, una volta rilasciati in natura, di evitare l'eccessivo allontamento dall'area di rilascio anche per favorire la stanzialità e quindi la ricostituzione di una colonia nell'area di Punta Cristallo-Porto Conte.

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