Un tempo presente in Italia nell’arco alpino, in Sicilia e in Sardegna, il Gipeto è stato reimmesso sulle Alpi nel 1986 grazie al progetto di reintroduzione dell’Avvoltoio barbuto sulle Alpi sottoscritto da sei paesi europei nel 1978. Al 2003 si conoscevano 13 coppie e 15 giovani Gipeti nati da cove naturali.
In Sardegna l’area di diffusione del Gipeto, una volta estesa ai principali massicci montuosi dell’isola, è andata riducendosi sino a ridursi nella metà del XX secolo al solo Sarrabus e al massiccio centrale del Gennargentu-Supramonte. L’ultimo avvistamento è avvenuto nel 1977 sul Monte Corrasi di Oliena (Nu).
Questo declino è stato causato dalle campagne di pesticidi contro le cavallette negli anni ’40, dalla lotta antimalarica combattuta con il DDT negli anni ‘50, dall’utilizzo da parte degli allevatori di bocconi avvelenati per la lotta alle volpi ed ai cani inselvatichiti, ma soprattutto dall’abbattimento finalizzato al collezionismo.
L’amministrazione provinciale di Nuoro, titolare del progetto INTERREG Sardegna-Corsica, si prefigge di ricostituire una stabile popolazione di Gipeti nell’area del Supramonte-Gennargentu-Monte Albo in provincia di Nuoro, che fungerà da area source (area serbatoio di individui colonizzatori).
La reintroduzione del Gipeto favorirà il ripristino di un’importante anello della catena alimentare, offrirà un importante contributo alla ricostituzione della biodiversità dell’intero territorio, rafforzerà i programmi sul pastoralismo promossi dall’amministrazione provinciale e si integrerà con quel processo di riqualificazione ambientale e del territorio iniziato con il progetto di reintroduzione del Cervo Sardo nella provincia di Nuoro. Il previsto programma di educazione e sensibilizzazione, componente determinante nell’intera operazione, si inserirà nel più ampio progetto di programmazione regionale in fatto di educazione ambientale, che vede nelle province i nodi strategici deputati a gestire l’educazione ambientale nel territorio attraverso la Rete Infea.
Il progetto, che ha il patrocinio della Regione Sardegna, avrà una durata almeno quadriennale, dovrà costituire il primo tassello di un più ampio progetto per il reinsediamento del Gipeto in altri territori dell’isola, come il Limbara, il Sarrabus e l’Iglesiente, dove la specie era presente un tempo, e per dare vita ad una metapopolazione in connessione con quella presente nella vicina Corsica.
Durante il primo anno verranno affrontate e rimosse le cause di estinzione; verranno creati e formati gruppi di operatori specializzati composti da comunicatori, insegnanti e guardie forestali; verranno attivati i programmi di educazione ambientali della Rete Infea; verrà realizzato materiale divulgativo e promozionale (films, posters, opuscoli, schede, etc.); si promuoveranno campagne di sensibilizzazione del grande pubblico attraverso la stampa locale, la partecipazione a sagre e feste locali, la presentazione di mostre fotografiche e di proiezioni di documentari sul Gipeto e interventi nelle tv locali.
Durante il secondo anno verranno organizzati incontri nei comprensori comunali tra gli operatori specializzati e gli agricoltori, gli allevatori, i cacciatori e gli studenti, ai quali verrà illustrata l’importanza del progetto; continueranno le campagne di sensibilizzazione del grande pubblico attraverso gli strumenti già elencati.