In questa pagina le registrazioni delle due giornate (link a YouTube).
Nella seconda ed ultima giornata degli stati generali del turismo outdoor organizzati dal CAI a Venezia, concuso ieri, si sono potuti approfondire i temi dello stretto legame tra "itinerari" "cammini" e "rete sentieristica".
Questi i principali:
Gli itinerari culturali d'europa
Voluti dal Consiglio d'Europa concatenano cammini e itinerari di valenza nazionale (attraversanti almeno 3 paesi europei) per promuovere il patrimonio e l'identità culturale europea e rafforzare gli scambi turistici e culturali secondo alcuni criteri predefiniti e tematismi archeo-culturali, storici (transumanze, religioni etc).
intervento UNCEM
Evidenziata l'importanza cruciale dello sviluppo dei sentieri per l'economia montana; ponendo l'enfasi sul tema cruciale della "governance" (chi fa cosa) soprattutto per evitare frammentazioni e particolarismi (e "municipalismi" e "campanilismi") che è necessario superare per governare ad un livello più centrale (regionale e nazionale) lo sviluppo dei cammini integrati in un sistema di gestione della rete sentieristica.
Sulla nuova "Legge della montagna" e la revisione della Legge 394 (norma sui Parchi ed aree protette del 1991): dovranno (potranno) secondo UNCEM favorire lo sviluppo del volontariato organizzato e coordinato dalle regioni e dagli enti parco, anche tenendo conto del valore dei servizi ecosistemici e dello sviluppo sostenibile insito nella rete sentieristica (valorizzazione prevista dalla L.221 del 2015 sulla green economy, art. 70, tutto da attuare)
UN MONDO CON TANTE CONTRADDIZIONI DI GOVERNANCE
Dopo l'intervento della Ministra del Turismo e di altri rappresentanti nazionali e internazionali, si è registrato l'interessante intervento del vicepresidente dell'associazione europa hiking (ERA) che ha toccato efficacemente alcune contraddizioni sullo scenario nazionale insite:
- nella gestione "slegata" dei Cammini che spesso trascurano la sovrapposizione con altri importanti itinerari e con la rete dei sentieri provocando diseconomie di immagine e di gestione;
- nella mancanza di una adeguata formazione per gli accompagnatori (anche rispetto al tema dei bisogni speciali)
- nell'eccessivo sbilanciamento dell'importanza riconosciuta ai cammini (anche con il finanziamento di associazioni e gestori) in rapporto ai chilometri gestiti e fruiti, rispetto allo sviluppo ed alla frequentazione sulle reti dei sentieri: un esercito di camminatori trascurato (in Germania ben 15 milioni di frequentatori dei sentieri, in italia alcuni milioni); questi sono i numeri della gestione "sentieristica" che - conti alla mano - sono enormemente superiori a quelli dei cammini; 150.000 km in tutta Italia (in Sardegna sono oltre 3.000 km quelli recensiti da Forstas, ndr) con un "valore" dell'asset annualmente stimabile nell'ordine delle decine di milioni di €uro per la sola manutenzione annuale. Soldi ben spesi ma spesso non ben governati, se si trascura la necessaria sovrapposizione con altre "proposte del camminare". Spesso si dà per scontata l'esistenza della rete sentieristica, su cui scorrono (o dovrebbero scorrere) anche i cammini e gli itinerari turistici, ma all'attualità l'importanza di questa "rete di mobilità dolce" vede i sentieri spesso trascurati e sottovalutati (anche rispetto al tema della sicurezza e del search&rescue in caso di incidenti).
La sicurezza e la manutenzione (e soprattutto la governance regionale) è quindi è importantissima, e cruciale in tale contesto sono:
- i "catasti" e la catalogazione della rete sentieristica (da riconoscere come "asset economico") e la gestione "pubblica" anche del DATO (Open Data) sul quale vanno evitate le ingerenze di interessi privati;
- la catalogazione dell'offerta turistica ed il governo del territorio su una base coordinata per Rete dei sentieri e per favorire la sovrapposizione e l'economia di scala (nella promozione, ma anche nelle manutenzioni del fondo e della segnaletica, essenziali per la sicurezza)
- la corretta organizzazione delle strutture di supporto alla fruizione di media-lunga percorrenza (il sistema di rifugi e bivacchi) sempre in un'ottica di patrimonio pubblico.
La giornata si è conclusa con interessanti esperienze europee (dal Portogallo alla Spagna al Canada) per concludere con la necessità di dare maggiore spinta agli interventi sull'accessibilità in ottica di "sentieri per tutti".
Considerazioni finali
La Sardegna è stata in vari momenti al centro dell'attenzione durante la due giorni nazionale: sia per le norme tecniche e per il catasto sentieri, e per lo sviluppo della rete sentieristica su cui ha tanto lavorato negli ultimi anni l'Agenzia Forestas e l'assessorato difesa ambiente, sia per il sistema di promozione dei cammini e per lo sviluppo importante che ha registrato in questi anni la pubblicazione dei dati sulla RES, frutto della collaborazione tra Forestas e Assessorato al Turismo.
Probabilmente questa è l'indicazione che hanno lasciato alla Sardegna le giornate di "Camminare l'Italia" - mancano due tasselli per completare l'ascesa della Sardegna nel panorama nazionale ed Europeo:
- integrare in un unico sistema informativo i dati dei cammini e dei sentieri, completando così la modernizzazione del catasto regionale dei percorsi (R.E.S. e itinerari inclusi i "cammini") e favorendone la loro virale diffusione sui canali di comunicazione e promozione, basati ormai pesantemente sul web
- completare la costruzione del sistema di offerta di luoghi di appoggio lungo i percorsi di media-lunga percorrenza, quindi la rete dei Rifugi escursionistici e dei punti di Bivacco (previsti peraltro dalla LR 14/ 2023)