Daino

Montarbu, daino - Immagine da Digital Library

Il daino, i cui adulti presentano il caratteristico palco a forma appiattita, è una specie estremamente adattabile che sopravvive bene in molti ambienti, preferibilmente boschi a prevalenza di latifoglie con radure o spiazzi aperti; evita le zone montane e le quote elevate Rispetto al cervo, il daino è molto meno elusivo e diffidente (specie i giovani e le femmine) e si può osservare più facilmente anche durante il giorno.

Fino agli anni ’50 questo splendido ungulato era presente in molte parti dell’Isola con buone consistenze; si è estinto alla fine degli anni ’60 a causa di un’eccessiva pressione venatoria e del bracconaggio.
Dalla seconda metà degli anni ’70 sono stati intrapresi, dall’ex Azienda Foreste Demaniali, interventi di reintroduzione a partire da nuclei provenienti dalla Toscana e dalla Calabria.
Attualmente è presente in vari recinti di ripopolamento e con alcune popolazioni libere, consistenti e vitali, come ad esempio quelle della Foreste di Porto Conte (Alghero-SS) e di Assai (Neoneli-OR) e sul Limbara.
Alcuni nuclei di limitata consistenza, fuoriusciti dai recinti, vivono in libertà in vicinanza dei recinti stessi.

L'aspetto è quello tipico dei Cervidi, anche se il daino appare leggermente più basso e tozzo ed ha il collo in proporzione più corto. Il colore del mantello varia stagionalmente: in estate la parte dorsale è rossiccio-marrone maculata (pomellata) di bianco con una striscia nera che corre lungo la spina dorsale; durante l'inverno la parte dorsale muta sul grigio-nerastro, mentre quella inferiore diventa grigio-cenere.  Il grado di pomellatura dei fianchi è assai variabile da individuo ad individuo, anzi la pomellatura può addirittura essere assente.

Origine zoogeografica:
Mediterranea
Areale di distribuzione:
Originario dell’Asia Minore, Palestina, Libano e del sud dei Balcani, è stato introdotto in Sardegna in epoca storica dai fenici e, successivamente, dai romani come specie d’interesse venatorio. Grazie alla sua grande plasticità ecologica, è stato introdotto in alcune zone dell’Italia centro meridionale, della penisola iberica e in numerose altre regioni europee.
Identificazione:
Leggermente più alto al groppone, il daino ha un aspetto e un portamento complessivamente eleganti anche se le zampe sono proporzionalmente meno lunghe di quelle del cervo. Ha una lunghezza totale di cm 150-170 e altezza al garrese cm 70-95, il peso varia dai Kg 50 ai 110 nei maschi adulti. La testa è allungata e termina con un muso nudo, le orecchie sono grandi, gli occhi ovali ed espressivi. Il mantello in estate è bruno-rossicccio con pomellatura bianca sul dorso e sui fianchi, in inverno è notevolmente più scuro e senza le macchie bianche. Mentre nel cervo la pomellatura è una caratteristica dei soli cerbiatti nel daino rimane anche nell’adulto. Frequente in Sardegna è il mantello melanico, caratteristica legata all’insularità. La muta avviene due volte l’anno, in primavera (aprile) e in autunno (settembre). Le corna, presenti solo nel maschio, vengono dette “palchi” e sono larghe, appiattite e terminano con un apice espanso a formare una pala, possono raggiungere gli 80 cm di lunghezza; vengono perse nel periodo compreso tra aprile e i primi di maggio, quindi ricrescono e la loro formazione è completa in agosto. Nella fase di neoformazione sono rivestite da un tessuto cutaneo molto vascolarizzato detto, “velluto”, che al termine dello sviluppo delle corna si secca e viene rimosso mediante strofinamento su alberi ed arbusti.
Habitat:
Specie di grande plasticità ecologica si adatta a diversi ambienti: aree costiere con pinete artificiali, zone agricole e pascoli arborati o parzialmente boscati, aree collinari con macchia mediterranea e formazioni forestali. Resiste bene la siccità ma soffre, a differenza del muflone, le pendenze eccessive e l’elevata rocciosità. Pascolatore intermedio, si nutre anche degli arbusti della macchia mediterranea, di cui usa scortecciare i fusti.
Riproduzione:
Il daino è una specie poliginica; il periodo degli amori ha inizio in autunno e si protrae per tutto ottobre, i maschi in grado di riprodursi marcano il proprio territorio, detto “arena”, che rimane stabile negli anni, con segnali sonori (il bramito) e schianti sulla vegetazione, per attirare le femmine e per dissuadere eventuali concorrenti. Il bramito dei maschi è meno forte e più breve di quello del cervo. Dopo una gravidanza di circa 32 settimane, a primavera inoltrata, generalmente in giugno, le femmine partoriscono un piccolo che viene allattato per 3-4 mesi. L’unità di base della struttura sociale del daino è costituita dalla femmina con il piccolo dell’anno e la figlia, “sottile” (più raramente il figlio, “fusone”) dell’anno precedente. Sia le femmine che i maschi hanno la tendenza ad aggregarsi in gruppi numerosi, non sono comunque infrequenti i gruppi misti. I maschi anziani vivono per lo più isolati a causa della loro scarsa competitività.
Status di conservazione:
Specie rara a livello regionale, non minacciata a livello italiano ed europeo.
Fattori di minaccia:
Il daino è minacciato principalmente dal bracconaggio e dal randagismo.
Grado di protezione:
Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III); L.R.23/98.
Condividi:

Potrebbe interessarti anche:

  • Specie inconfondibile, lunga 1,30 m, con un’apertura alare di circa 140 cm. ed un peso variabile tra i 2 ed i 4 kg. Un trampoliere rosato con collo e zampe lunghissimi e il becco...
  • Apertura alare 58-70 cm. Piccolo falco dalle ali strette ed appuntite ma larghe alla base. Coda relativamente lunga, squadrata e un po’ arrotondata. Dimorfismo sessuale. Le parti...
  • Pipistrello di grossa taglia, è il più grande Myotis della Sardegna, facilmente riconoscibile per la sua mole e per le orecchie piuttosto lunghe. Pelliccia di colore grigio-bruno...
  • Il Mestolone si distingue dalle altre anatre per avere il becco smoderatamente grande a spatola e grosso. Il maschio è bianco con losanga scura superiormente con lo specchio...
  • dimensioni molto contenute, i maschi hanno un’altezza al garrese di 125 -135 cm, le femmine 115 – 130; il peso varia nell’adulto dai 170 ai 200 kg. Il mantello originario era...
  • Il Falco pellegrino, presente in Sardegna con la sottospecie brookei , rappresenta uno dei più interessanti e meravigliosi esponenti della famiglia dei Falconidi . Domina dall’...
    Lungo 38-48 cm (la femmina è più grande del maschio), con un’apertura alare 85-105 cm e un peso di 400-1000 g, presenta una corporatura massiccia, ali relativamente corte, larghe...
  • È una falena diurna di piccole dimensioni, con un’apertura alare di circa 20 millimetri. Le ali sono nere, bordate di chiaro, con delle grosse macchie rosso vivo, a loro volta...
  • Le dimensioni degli adulti raggiungono i 37 cm, con un peso di 450-750 g. Uccello di medie dimensioni dal becco compresso e appuntito e zampe molto lunghe per muoversi con agilità...
  • Le sue caratteristiche fisiche lo fanno somigliare ad un ramoscello. Ha antenne corte, zampe lunghe, ed è privo di ali e di spine. Il colore va dal verde chiaro della fase...
  • La forma del corpo è quella di una mosca di circa 10 millimetri, ma l’addome arancione con bande nere strette lo fa somigliare ad un insetto pericoloso come la Vespa. I maschi...
  • È una farfalla piuttosto piccola, con un’apertura alare di 25-35 millimetri. Il maschio ha le ali di un bel blu scuro/viola, che nella femmina è limitato a un piccolo disegno...
  • In relazione ai dati finora a disposizione, l’Orecchione sardo risulta essere l’unica specie endemica dell’Italia. Pipistrello di piccole dimensioni, con una lunghezza totale...
    Scoperto di recente, era sfuggito ad una serie di studi che da sempre hanno interessato la Sardegna. Il carattere morfologico più evidente che distingue il Plecotus sardus dalle...